E provocazione sia. Anche il dismesso Roberto Cota, dopo l’ingloriosa esperienza di governo in Piemonte, rilancia la campagna salviniana – proseguita ieri a Parma – contro gli immigrati. La proposta è: divieto di dimora, anche occasionale, per tutti gli irregolari presenti sul territorio sabaudo. Il primo a emettere un’ordinanza simile è stato Claudio Corradino, sindaco leghista di Cossato, comune di 15 mila abitanti in provincia di Biella. Lui è l’esempio da cui tutti devono prendere ispirazione, sostiene Cota, segretario nazionale del Piemonte, che nella mitologia leghista è una delle nazioni che formano la Padania. Per questioni di sicurezza sanitaria, prima di tutto: «Da quando è iniziato il fenomeno dell’immigrazione incontrollata si sono diffuse patologie dimenticate fino a poco fa, come la tubercolosi e la scabbia. Ci vuole una risposta che finora non è arrivata. E la possono dare i sindaci».

L’ordinanza di Cossato prevede il divieto totale e incondizionato di dimora «per le persone prive di regolare documento d’identità e di certificato medico rilasciato dalla competente Unità Locale Socio Sanitaria» e l’obbligo «di sottoporsi entro 3 giorni a visite mediche». Nei prossimi giorni i sindaci piemontesi della Lega Nord replicheranno la stessa ordinanza nei territori da loro amministrati. Si tratta di 35 comuni, per lo più di piccole dimensioni, tranne Galliate (15 mila abitanti in provincia di Novara) e Borgosesia (14 mila, provincia di Vercelli). Quest’ultima è governata dall’europarlamentare Gianluca Buonanno, instancabile collezionista di cariche (pro sindaco di Varallo, già deputato per due legislature, ex consigliere regionale e un tempo vicepresidente provinciale), gaffeur insaziabile («La Padania esiste. La prova è il Grana Padano») e provocatore indefesso, soprattutto se si tratta di omosessuali e migranti. I primi li vorrebbe multare e schedare; i secondi, proprio non li tollera. E li vedrebbe meglio confinati «in quarantena all’Asinara».

Ora che il segretario federale, il neo-lepenista Matteo Salvini, gongola di provocazione in provocazione, anche gli altri superstiti di una Lega menomata alle radici provano a tornare a galla. Pure quel Roberto Cota che, mai distante dal defunto «cerchio magico» di Bossi ma neppure nemico degli oppositori interni, aveva terminato precocemente la sua presidenza del Piemonte, travolto dagli scandali e dalle spese pazze (non solo i quasi innocui boxer verdi acquistati negli States). È imputato per peculato nel processo Rimborsopoli in corso a Torino. L’ex governatore ha invitato «tutti i sindaci che hanno a cuore la salute dei loro concittadini» a emettere l’ordinanza anti-irregolari. «Sarebbe una competenza dello Stato e della Regione – ha sottolineato -, ma visto che né l’uno né l’altra tutelano i cittadini contro i problemi portati dall’immigrazione irregolare, ci pensano i sindaci».

Ieri è proseguito il tour elettorale di Salvini in Emilia-Romagna. Ancora tensioni, questa volta in una Parma blindatissima dalle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa. Ad aspettarlo in piazza Garibaldi, oltre al consueto banchetto del Carroccio, un centinaio di antagonisti e militanti dei centri sociali con lo striscione «Via i razzisti da Parma». Ci sono state scaramucce tra manifestanti delle opposte fazioni. Un anziano è rimasto contuso dopo esser caduto a terra in seguito a una breve colluttazione, accaduta prima dell’arrivo del leader leghista.