Trattative, affari, l’arrivo di fuoriclasse in campo e panchina, un mercato frizzante aldilà dell’exploit clamoroso di Ronaldo alla Juve, come non si vedeva da anni. E tutto questo nella stagione forse più nera del calcio italiano, con la nazionale costretta ad assistere in tv al trionfo dei cugini d’oltralpe, il Milan che sembra solo ora ripartire dopo un anno e oltre di incertezze, vuoti di cassa e promesse non mantenute dalla proprietà cinese. La Serie A si è rimessa con prepotenza sulla mappa del calcio europeo e mondiale, con milioni di euro che hanno ripreso a girare, dopo anni di «magra». Un processo immediato, inatteso, quasi nessuna avvisaglia negli scorsi campionati, annate dove perfino l’invincibile Juve dei sette scudetti consecutivi ha dovuto cedere gli uomini migliori (Pogba, due stagioni fa, al Manchester United per 120 milioni di euro), investendo su altri, come Higuain, sfilato al Napoli per 90 milioni di euro.

Ora invece tutte le stelle del football – o quasi – sentono nuovamente il richiamo delle sirene del Belpaese. L’effetto Cristiano Ronaldo è evidente, certo, e ha generato la rinnovata attenzione sulla A dei media europei e americani. Ma prima dell’asso portoghese alla Juventus quasi sottotraccia – in realtà si tratta di un passaggio importante, perché è il tecnico italiano più vincente in attività – un altro segnale era stato lanciato da De Laurentiis, capace di convincere Ancelotti, titoli nazionali in quattro Paesi diversi e tre Champions League in bacheca, a sedersi sulla panchina del Napoli.

Dunque, Ronaldo, Ancelotti, e poi? Nelle ultime ore sta prendendo corpo una gigantesca trattativa di mercato tra Juventus e Milan che vede al centro lo scambio tra Higuain e Bonucci, novello figliol prodigo pentitosi dell’anno rossonero e pronto a rientrare alla corte di Allegri. Ma i rossoneri, ora con Leonardo (cacciato a furor di popolo cinque anni fa, ma si sa nel calcio la memoria è assai labile…) scelto come guida tecnica dal gruppo Elliott, interessati solo al giovane difensore ex Atalanta Caldara, più giovane, senza i galloni di top player ma decisamente più adatto (anche per l’ingaggio contenuto) al nuovo corso milanista, che cerca la grandezza del passato, puntando in primis al risanamento dei conti. E non è finita qui, tra rumors che hanno coinvolto – trattative vere, verosimili oppure spifferi – gente come Cavani, Benzema, Pogba che cercherebbe la Juventus, l’Inter che mette nel motore i pezzi adatti a Spalletti ma ambiti anche in Liga e Premier League. Insomma, ci sono una serie di segnali che prefigurano un agosto caldo, grazie a trattative che potrebbero riscrivere la griglia di partenza del torneo fino al 17, ultimo giro di orologio per acquisti e cessioni.

Non è certo automatico l’annullamento del gap con altri tornei, come la Premier League, dove anche club di piccolo o medio valore – per esempio il West Ham – investono centinaia di milioni di euro, grazie all’accordo collettivo con le tv da 6,9 miliardi di euro nel periodo 2015-2019.

Il processo pare avviato, anche se dovrà sostenersi sui successi in campo internazionale, sugli investimenti dei club in stadi e settori giovanili, per rendere strutturale il rilancio del sistema. Un sistema ancora in forte sofferenza, come dimostrano le liti in Fgci, i troppi fallimenti di piccole e medie società che si barcamenano in B e i casi di corruzione non certamente finiti con calciopoli.