LeBron il fuoriclasse di sempre del basket, assieme a Michael Jordan. LeBron per il voto garantito agli afroamericani alle elezioni presidenziali del 4 novembre e LeBron il magnate, con l’investimento monstre da 100 milioni di euro. Il fuoriclasse dei Los Angeles Lakers, che a breve si calerà nel curioso isolamento a Disney World, dove per tre mesi la Nba ha deciso di trasferirsi – senza contatti con l’esterno (già 24 i casi di positività al Covid-19 scoperti in queste settimane). Una soluzione decisa dagli organi direttivi per salvare la stagione e i contratti miliardari con tv e sponsor. Ma la stella del basket a stelle e strisce è già oltre: si sta costruendo un futuro dopo il basket, disegnando un futuro migliore per le minoranze e per i disagiati.

ASSIEME al suo partner finanziario, Maverick Carter, James ha creato la società SpringHill Co., riunendo la sua agenzia di marketing, Robot Co., e le società di intrattenimento SpringHill Entertainment, contando tra i consiglieri anche il fenomeno del tennis femminile, Serena Williams. Nell’azienda, il 64% degli impiegati è afroamericano o latino e il 40% di donne. L’ulteriore prova dell’impegno sociale ed economico dell’icona dello sport mondiale che non pensa solo a basket e profitti. È diverso, LeBron James.
Volutamente, diverso dalle altre stelle sportive, che quasi mai alzano la voce contro l’intolleranza, il razzismo, per la tutela delle minoranze. Non nel calcio – e l’Italia in questo senso rappresenta la fotografia meglio riuscita -, non in altre discipline. Nessuno contro il manovratore, tranne lui, LeBron, schierato da anni contro Donald Trump e la sua politica intollerante verso neri e latini. Contro il presidente, definito anche buffone sui social, un paio di anni fa, a difesa di un collega della Nba preso di mira da Trump. Per James, Trump è il pericolo, va battuto alle urne e per l’esercizio del voto per gli afroamericani – ostacolato nelle recenti primarie dem in Georgia – ha fondato More Than a Vote, un’associazione no profit per spingere i neri a iscriversi alle liste elettorali, con tutorial su come votare.

DUNQUE, protesta e proposta, sfruttando la sua enorme popolarità, le centinaia di milioni di fan digitali sulle piattaforme social. Può piacere o meno la sua sovraesposizione mediatica, la necessità di affrontare quasi fisicamente l’omicidio di George Floyd oppure l’anatema di Donald Trump contro Colin Kaepernick e l’inginocchiarsi per sottolineare il suo «no» alle violenze della polizia sui neri. Questo è LeBron: sempre in prima fila e ad alta voce. Allo stesso modo, con i suoi fondi, ha fatto costruire una scuola elementare ad Akron, in Ohio, la sua città, dove ha vissuto in un ghetto, senza conoscere il padre e con una madre adolescente. E sempre con i guadagni da basket e sponsor, ha deciso di pagare il college a 2300 ragazzi di Akron. Per il valore dell’istruzione, lui, che al college non è andato, perché al liceo era già LeBron James, atteso da Nba e multinazionali.
E per i diplomati al liceo privati della passerella dal Covid-19 ha organizzato un evento tv, tra educazione e intrattenimento. Qualche stella ha pensato a qualcosa di simile in Italia?