Katya Barulova, Tatyana Duparinova e Stanislava Vasileva, sono esponenti del Coro delle Voci Bulgare Angelite. Hanno età, esperienze e ruoli diversi all’interno della formazione vocale balcanica: la prima è direttrice dell’ensemble, la seconda è tra le leader del Coro in cui milita da tre decenni, la terza è la più giovane con i suoi venti anni d’età e quattro mesi di permanenza nelle Angelite. Non bastasse, hanno anche provenienze dissimili, in quanto giungono da province diverse dello stato. La passione con la quale descrivono il loro senso d’appartenenza al Coro è però la stessa, orgogliose e fiere di far parte di un’entità artistica e professionale che è rappresentanza di molto altro rispetto al palco: “Le cantanti arrivano da tutte e sette le regioni che compongono la Bulgaria. Questa varietà ci permette di mantenere il nostro legame con il territorio e in contemporanea è anche fonte di ricchezza culturale per il Coro stesso. Questo si riflette nell’intero repertorio, composto oltre che da canzoni religiose ortodosse, anche da brani tradizionali scritti nei secoli scorsi. La loro provenienza è in buona parte femminile, in quanto storicamente nei lavori manuali che si svolgevano assieme, le donne bulgare hanno sempre cantato questi testi, che raccontano d’amore, di gioia del vivere e di vicende della quotidianità. Ed in buona parte sono canzoni con un mood positivo di fondo”.

Le parole della dirigente Barulova si fondono con quelle delle due colleghe, tra vicende personali, aspettative per il futuro e senso di fraternità e familiarità fortemente condiviso con tutte e diciotto le componenti delle Angelite. Le quali, con il concerto dello scorso venerdi sette, hanno rappresentato uno dei momenti meglio riusciti del Talos Festival, che dal sei al dieci settembre ha presentato il versante internazionale del programma, andando in scena come di consueto nel comune di Ruvo di Puglia. Il Coro delle Angelite, letteralmente traducibile come “celestiale”, ha affabulato l’auditorio grazie alla maestria vocale delle sue interpreti, le quali tra glissati e vocalizzi hanno realizzato un concerto intenso e affascinante, conclusosi con una inattesa e bene eseguita versione di “Bella Ciao”. Prima di loro, è stato il turno di Trilok Gurtu, che grazie ad uno spettacolo convincente ha lungamente coinvolto il pubblico presente. Sul palco centrale di piazzetta Le Monache, buona prova anche per Enzo Avitabile assieme ai Bottari di Portico. Protagonista nel grande happening del sabato denominato “La notte della banda”, è stato il gruppo di quasi cinquanta orchestrali che hanno interpretato al meglio le numerose direzioni d’orchestra che si sono avvicendate durante la serata.

Domenica, oltre alle divertenti sonorità balcaniche della BandAdriatica, un concerto dal forte impatto emozionale ha messo in luce i Fratelli Enzo & Lorenzo Mancuso e le loro storie di una Sicilia antica, in particolare con “Ti Nni Vai Puisia”, dove ha spiccato il cameo del sempre bravo sassofonista francese Michel Godard. Nella sezione dei concerti pomeridiani, mattatore assoluto è stato il fisarmonicista Vince Abbracciante con il suo quartetto d’archi.