Sottosegretario Ivan Scalfarotto ormai possiamo dire addio al ddl sulle unioni civili, molto probabilmente destinato a slittare al 2016.
Questo è un suo timore, speriamo di no. Il programma è sempre lo stesso, tant’è che il Pd e il ministro Boschi hanno insistito tantissimo durante la capigruppo affinché la data del voto sulla riforma costituzionale fosse l’8 ottobre, proprio utilizzare la finestra tra l’8 e l’inizio della sessione di bilancio, che dovrebbe essere il 15, per portare in aula le unioni civili. Come si sa l’esito della capigruppo è stato differente, ma certamente questo non si può imputare né al Pd né al governo che hanno tenuto il punto per tutta la riunione. Alla fine se una finestra è rimasta è proprio perché il Pd ha tenuto il punto, cosa che non hanno fatto né Sel né il M5S, che al contrario hanno incoraggiato il presidente a prendere tempo per le riforme.

Veramente Sel ha proposto di incardinare in aula il ddl già lunedì prossimo, proposta che però è stata bocciata proprio dal Pd.
Era una proposta ovviamente strumentale, e le spiego anche perché. Il Pd aveva l’obiettivo di approvare la legge entro il 15 ottobre e per questo chiedeva il voto sulla riforma per il giorno 8. Sel e i grillini hanno favorito il massimo ritardo sulla riforma costituzionale, salvo poi chiedere di incardinare subito la legge sulle unioni. Ma incardinarla soltanto senza avere il tempo di approvarla significava comunque rimandarla all’anno prossimo. Sel e grillini di fatto hanno sacrificato le unioni civili all’ostruzionismo sulla riforma costituzionale.

Però anche la relatrice del testo, la senatrice Cirinnà si è espressa per l’incardinamento in dissenso con il partito.
Come tutti anche la senatrice Cirinnà spinge perché tutto si faccia nel più breve tempo possibile però la verità è che anche l’incardinamento a quel punto era soltanto il minore dei mali, ma dei mali provocati dal fatto che il voto sulla riforme andava al 13 ottobre e non all’8 come aveva chiesto il Pd.

Il sospetto è che le unioni civili siano diventate merce di scambio con il Ncd per far passare la riforma costituzionale.
Si può sospettare quello che si vuole, io le porto dei fatti: c’è stato un braccio di ferro tra il presidente Zanda e il presidente Grasso in cui il primo chiedeva la data del giorno 8 per poter incardinare le unioni civili.

Anch’io le porto un fatto: c’è una maggioranza alternativa che avrebbe permesso di approvare il ddl con i voti di Pd, Sel e M5S. Perché non è successo?
Bisogna decidere se fare prima la riforma e poi le unioni oppure viceversa. In aula dovevano andare una alla volta e sulla riforma costituzionale ci sono milioni di emendamenti ma deve essere approvata prima che la legge di stabilità sia portata a Bruxelles perché dalla sua approvazione potrebbero dipendere 8 miliardi di flessibilità sulla spesa del Paese.

Non è che i diritti delle persone omosessuali vengono subordinati all’alleanza con Alfano e Giovanardi?
Questo è un modo strano di vedere le cose. L’alleanza con il Ncd non viene fatta a favore o contro le persone omosessuali. E’ una scelta politica generale che riguarda tutti i cittadini. Chiaro che su questo tema c’è una differenza di vedute con Ncd, tant’è che si tratta di un provvedimento di legge che non riguarda l’azione del governo, come ha ricordato anche Alfano.

Non pensa che avrebbe potuto fare maggiori pressioni per far approvare a legge?
Le assicuro che le mie pressioni sono quotidiane e molto insistenti e non riprendo il digiuno solo perché ho visto il Pd, in particolare nella persona di Zanda, fare quello che mi è stato garantito da Renzi, cioè fare tutto ciò che era nelle sue possibilità per portare in aula le unioni civili perché fossero approvate prima della sessione di bilancio. Peccato che né Sel né il M5S gli abbiano fatto da sponda.

Lei ha definito il ddl Cirinnà un testo prudente rispetto ad altri Paesi in cui i matrimoni gay sono legge da tempo. Però non si riesce a farlo approvare.
Io sono favorevole al matrimonio, dopo di che sono dell’idea che all’etica dei principi si debba sostituire l’etica della responsabilità, come diceva Max Weber. Tra avere la possibilità di sposarmi a 80 anni e quella di potermi unire civilmente domani, scelgo decisamente la seconda. Dobbiamo accettare che i progressi della società avvengano per gradi.