È arrivata l’ora del canguro. Anzi, del super-canguro. Quando oggi pomeriggio l’aula di palazzo Madama inizierà a votare il ddl Cirinnà sulle unioni civili, il primo emendamento che si troverà di fronte sarà quello del Pd Marcucci che, da solo, ne falcidierebbe migliaia di successivi. Restano in campo alcune incognite. Il presidente Grasso lo accoglierà o meno? «Sarebbe incostituzionale. Ricorrono al trucco per chiudere ogni spazio emendativo», s’infervora Calderoli e leva alti lai tutto il fronte ostile alla legge, inclusi alcuni di quelli che quando il canguro era stato applicato alla legge elettorale non avevano fatto una piega. Allora non aveva riscontrato stranezze nel falcidiare emendamenti a mazzi neppure Grasso, che però, quando il bestione era stato riportato in aula per saltare a piè pari il dibattito sulla riforma costituzionale, non aveva ammesso l’emendamentone. Le previsioni dicono che stavolta Grasso non farà problemi, ma Calderoli un po’ ci spera.
La seconda incognita riguarda come verrà votato il Marcucci, se tutto insieme, come sperano i sostenitori del ddl, o per parti separate, come si augurano i nemici della stessa. Grasso rimetterà prima di tutto la decisione all’aula, che sarà senza dubbio favorevole al voto palese sull’intero testo. A quel punto, però, potrebbe essere proprio il presidente dell’assemblea a imporre di votare alcuni commi separatamente e a voto segreto: è già successo. In questo caso sarebbero i passaggi sulle adozioni a essere scorporati, e la suspence ci sarebbe tutta.

Esiste un terzo motivo di incertezza. Ieri sera Calderoli si dichiarava ancora determinato a non ritirare gli emendamenti «premissivi» del Carroccio, cioè a non accettare la condizione posta dal Pd per ritirare il Marcucci. Ma lo stesso Calderoli parla anche di «bella partita a poker». Se si rendesse conto che nulla più ostacola il canguro e che anche le forze politiche che criticano ferocemente quel metodo, come Sel e M5S, lo voteranno (così faranno tutti i senatori di Sel e la stragrande maggioranza dei pentastellati), il mago leghista dei regolamenti potrebbe ritirare all’ultimo momento i suoi emendamenti per riaprire la partita.
Nel caso di voto separato sulle adozioni, e a maggior ragione se il canguro non fosse ammesso o se l’eventuale ritiro degli emendamenti leghisti riaprisse la partita con tanto di voti segreti, Alfano potrebbe cercare lo spazio indicato domenica, un’alleanza trasversale e a vasto raggio contro la stepchild. Se invece si arriverà a votare oggi, il canguro passerà e a quel punto la partita sembrerebbe chiusa.

Invece no. Trattandosi di un ddl e non di un decreto, dovrà comunque essere discusso e votato articolo per articolo e sarà proprio Grasso a dover decidere quali proposte di modifica considerare decadute e quali invece sottoporre comunque al voto. Quando si arriverà all’art. 5, sarà l’occasione per offrire ai catto-dem qualcosa. Sulla carta «un contentino», che in pratica potrebbe rivelarsi molto meno innocuo.

Al Senato è infatti in corso l’ennesimo atto dell’eterno congresso Pd. Per Zanda, e dietro di lui per Renzi, il problema non è più far passare la legge, risultato non certo ma quasi, bensì evitare lacerazioni troppo profonde nel partitone. In concreto, offrire a Lepri e ai suoi senatori dibattito e voto su una parte della stepchild per compensare il vulnus inferto col canguro. Al momento, un accordo non è ancora stato trovato, ma di qui al momento di votare l’articolo 5 c’è tempo.
L’ipotesi più probabile è che alla fine l’emendamento riparatore da offrire ai catto-dem sia quello presentato dai senatoril Pd Pagliari e Chiti, che fissa un ampio periodo di prova prima dell’adozione ma soprattutto impone un’«autocertificazione» nella quale gli adottanti assicurano di non aver fatto ricorso a metodi illegali, in concreto alla gestazione per altri, il cosiddetto «utero in affitto». La «certificazione» menzognera comporterebbe ricadute pesanti sul piano penale e probabilmente la perdita del bimbo adottato. L’emendamento sarebbe certamente accompagnato dalla mediazione indicata da Giorgio Napolitano: una sanatoria per i bambini già nati. Una modifica pesante, difficilmente derubricabile a contentino. Ma la si dovrebbe votare in segreto e la bocciatura, una volta approvato il canguro, non avrebbe conseguenze sulla legge. Forse passerebbe comunque. Probabilmente no