E mentre Silvio Berlusconi prova a vendere i suoi gioielli, si riapre la vertenza delle truccatrici Mediaset. Cinque anni fa alcune decine di loro erano state esternalizzate dalla Videotime (società del Biscione) e cedute alla Pragma: grazie alla mobilitazione, che il manifesto aveva seguito con continuità, le lavoratrici, che comunque continuavano a lavorare per gli studi della tv commerciale, avevano conservato i trattamenti contrattuali da dipendenti Mediaset, e Videotime aveva firmato un accordo che in caso di cessazione di appalto la impegnava a cercare una soluzione concordata con i sindacati o anche a ricollocarle nello stesso gruppo.

Dopo cinque anni l’appalto va in scadenza proprio questo mese, e il gruppo dei Berlusconi ha comunque deciso di usufruire delle prestazioni della Pragma, ma questa volta mettendo in mezzo un livello in più: l’appalto sarebbe già stato ceduto alla Movigroup, fino al 2018, e questa a sua volta subappalterà alla Pragma. Le 35 lavoratrici (25 a Milano e 10 a Roma) manterranno il posto… ma solo se saranno disposte a firmare un contratto capestro.

«In questi giorni – spiega la segreteria nazionale della Slc Cgil – le lavoratrici del Trucco e Parrucco sono state chiamate e sottoposte a un ricatto: o firmano un contratto con pesanti rinunce nei livelli e nei salari, o non verranno riprese nel nuovo appalto. Abbiamo calcolato che dovrebbero rinunciare a circa 7 mila euro l’anno per mantenere il loro posto di lavoro».

Alcune conciliazioni individuali a Milano sarebbero state già firmate, spiega la Slc Cgil, «e a quanto ci risulta con il sostegno di Fistel Cisl e Uilcom Uil territoriali». «La Cgil – riprendono alla Slc – diffida le imprese coinvolte dal cercare scorciatoie: anzi invitiamo le lavoratrici a non firmare nulla prima che si sia svolto l’incontro con le segreterie nazionali del sindacato».

Un faccia a faccia con la Pragma, già peraltro richiesto da tempo, si terrà infatti oggi, quindi vale la pena aspettarne l’esito. «È evidente – prosegue la Slc Cgil – che le lavoratrici non sono tenute a sottoscrivere con Pragma alcun impegno individuale sul futuro rapporto di lavoro con la società subentrante e, anzi, devono rifiutarsi di sottoscrivere qualsiasi accordo personale con riferimento all’oggetto perché questo è e deve essere oggetto di confronto nazionale».

Le lavoratrici dei servizi di sartoria, trucco e acconciatura di Mediaset avevano ricevuto 5 anni fa anche il sostegno dei giornalisti, a loro volta preoccupati dalla riorganizzazione delle news.