Siamo a una svolta nel caso Skripal, l’ex spia sovietica avvelenata a Salisbury il 4 marzo scorso? Forse no, ma dalle rivelazioni degli ultimi giorni, seguite alla accuse lanciate da Theresa May contro due presunti autori russi dell’attentato, emerge un quadro complesso e inquietante.

A DARE IL VIA ALLA GIRANDOLA di notizie ci ha pensato il New York Times, i cui insider sono solitamente affidabili. Secondo il quotidiano della Grande Mela «Skripal sembra avesse collaborato negli ultimi anni con agenti dell’intelligence spagnola che da anni conducono una battaglia campale contro il crimine organizzato russo, in alcuni casi legato al governo di quel paese».

MALIZIA A PARTE del riferimento del coinvolgimento governo russo, l’infiltrazione della mafia russa – soprattutto nel settore immobiliare in Spagna – è nota. Nell’era Eltsin oligarchi e faccendieri non amavano solo trascorrere le vacanze nei resort delle Baleari ma riciclavano gran parte dei quattrini del crimine organizzato russo principalmente in Spagna.

L’informatore del giornale americano, un alto funzionario dei servizi spagnoli, sostiene che Skripal – mai ritiratosi in realtà a vita privata – avrebbe collaborato anche con i servizi di sicurezza della Repubblica Ceca e dell’Estonia.

IERI IL GUARDIAN ha aggiunto altra benzina sul fuoco, portando alla luce un dettaglio biografico di Nikolay Glushkov. Glushkov, uomo di Berezovsky e presidente di Aeroflot negli anni ’90, fu trovato morto a Londra 8 giorni dopo l’avvelenamento di Skripal. Sorprendentemente Scotland Yard, malgrado le pressioni del Cremlino per avere dei dettagli sul suo decesso, sostenne immediatamente l’inesistenza di alcun legame tra i due casi: prima affermando la tesi del suicidio e poi quella del malore a seguito di giochi erotici.

NEL 2013 L’INFERMIERE di un’ambulanza giunta in un hotel di Bristol dove Glushkov aveva accusato un malore raccolse una testimonianza dall’ex-oligarca: «Mi disse che lui e due russi avevano bevuto champagne insieme la sera prima. Poi dopo essere andato in bagno bevve ancora champagne. In seguito ricordò solo di essersi svegliato sul tappeto il mattino dopo. Riscontrò delle bruciature da sigaretta sul viso e sul petto». Questo importante passaggio, sorta di «preludio» all’omicidio di Glushkov contiene però dei bachi che sollevano ulteriori questioni. Perché Glushkov rifiutò allora di farsi ricoverare e non volle sporgere denuncia all’arrivo della polizia britannica? Perché la polizia non ha reso subito noto dopo il suo omicidio quanto era avvenuto 5 anni prima? Inoltre l’infermiere sostiene che Glushkov già conoscesse i due russi «compagni di sbronze».

Il misterioso suicidio di Berezovsky, avvenuto solo sei mesi prima, aveva lasciato inevase molte domande sul suo ultimo periodo di vita punteggiato da depressione e alcool, di cui Glushkov poteva conoscere alcune risposte. Inoltre ieri, il portale russo Fontanka è riuscito a entrare in possesso sulle tracciature dei voli effettuati da Alexander Petrov e Ruslan Boshirov i due russi accusati da May di essere gli agenti autori dell’avvelenamento di Skripal.

PER FONTANKA i due tra il 2016 e il 2018 avrebbero volato più di 20 volte in Europa: mete principali Ginevra, Amsterdam, Milano, Parigi e Londra. Che i due russi possano essere dei semplici businessmen con affari in giro per l’Europa è improbabile come dimostra la frammentarietà della loro biografia messa insieme sempre da Fontanka. Ma anche questo dettaglio più che chiarire il caso forse lo rende ancora più oscuro.