Questa volta sono tutte donne. Bellissime, divine o ‘diversamente abili’, obese, ribelli, timide. Tutte con un peccato, anzi un difetto d’origine. Sono streghe, proiettate nel ventunesimo secolo dove con «twitter e facebook si può simulare tutto, anche un maleficio». Parola della strega suprema Fiona che non è altri che Jessica Lange alla sua terza, diversa incarnazione, per American Horror Story, la fortunata horror serie appena ripartita negli Stati uniti con un nuovo ciclo di 12 episodi- sottotitolo (inevitabile) Salem – e che vedremo a gennaio ancora su Fox (Sky).

La serie è una creatura partorita da Ryan Murphy e Brad Falchuck, le fervide menti creative dietro al successo di due telefilm cult quali Glee e Nip/Tuck. Il target qui è ovviamente diverso: «Nel 2008 – spiega Murphy – volevo scrivere un horror partendo da un’infedeltà. Un solo tradimento che rovina una famiglia e porta una famiglia sull’orlo del baratro.

Poi è arrivato il successo di Glee e sono stato costretto ad accantonarlo». E ha funzionato, oltre ogni più rosea aspettativa. E stavolta, dopo le creature della casa maledetta e le atrocità di una clinica per malati di mente guidata da un ex prostituta e da un ex aguzzino nazista, e la volta – appunto – di un collegio per streghe. Una sorta di scuola per sopravvivenza per giovani che nascondono il terribile segreto, sotto gli insegnamenti di Cordelia (Sarah Paulson) assai più accondiscendente della madre Fiona, che per dare una «spinta» all’impresa decide di resuscitare dall’aldilà la spietata MadameLaLaurie (la nuova ‘recluta’ Kathy Bates), che nell’America del settecento si dilettava a mutilare schiavi per ottenere filtri e pozioni con il sangue per mantenersi giovane.

Ed è solo il prologo. In realtà Ahs – come negli altri due capitoli – va oltre, indaga e mescola elementi di attualità, raccontando la diversità: che può essere la follia, ma può essere anche il disegno criminoso di un gruppo di adolescenti che dopo aver drogato con un cocktail una delle streghette, abusano ripetutamente di lei. È il fondamentalismo che – in qualche modo – questo gruppo di squinternate ragazze di ogni età vogliono combattere. «Vuoi una nuova Salem?» grida Fiona alla figlia «se non stiamo attente, finiremo bruciate come tre secoli fa». Sono tempi bui, e le girls in nero impareranno a loro spese.