Presentata un paio di giorni fa a Milano, The Witches Seed è la nuova opera rock firmata da Stewart
Copeland. Il leggendario ex batterista dei Police che, da decenni, esplora la musica a 360°: dal jazz
alla musica folkloristica fino all’opera classica. Poliedrico e perennemente curioso di nuovi
orizzonti musicali, Copeland ci ha raccontato qualcosa in più sul nuovo lavoro  che andrà in
scena il 22 e 23 luglio al Tones Teatro Natura in Val d’Ossola e che, anche grazie a un lavoro video-
scenografico immersivo, mescolerà la lirica al rock. L’opera, che ha per protagoniste quattro
streghe, si ispira alla storia documentata di alcuni atti processuali dell’Inquisizione. Come
special guest la nostra Irene Grandi mentre la leggendaria Chrissie Hynde dei Pretenders ha
composto alcune delle canzoni.

«IL LIBRETTO è stato scritto da Jonathan Moore» ci racconta Stewart
«Abbiamo lavorato insieme al soggetto e poi sviluppato la storia. Quello che mi ha colpito di più di
Jonathan è la sua capacità di combinare ritmo e naturalezza. Non è semplice perché a volte, quando
si unisce la rima al ritmo, il rischio è quello di perdersi. La musica viene dal libretto perché anche il
linguaggio ha una sua melodia propria, un’armonia naturale intrinseca alla lingua parlata. Credo che
in un’opera la musica debba aiutare i dialoghi e i recitativi perché lo spettatore crede prima alle note
e poi alle parole. Per questo motivo mi sono divertito a scrivere una partitura in contrasto con quello
che appare sul proscenio. Adoro il melodramma classico di Puccini ma io sono un’altra cosa. Ho già
scritto sei/sette opere e a volte fa sorridere che un batterista dalle origini punk come me possa farlo
ma fin da ragazzino io sognavo di essere un “vero” musicista». Una collaborazione antica quella fra
il batterista e Moore, iniziata nel 1992 con Horse Opera «Con Jonathan ci completiamo alla
perfezione, ha anche diretto, e non solo scritto, alcune mie opere del passato. Amo anche il lavoro
che fa con altri compositori moderni come Mark-Anthony Turnage. Nel’opera è difficile
comprendere tutte le parole quando le senti cantare e per questo motivo è importante che anche la
regia sia molto chiara. Qualità che lui possiede e che unisce a una folle immaginazione».

Il libretto è stato scritto con Jonathan Moore. Abbiamo lavorato insieme al soggetto e poi sviluppato la storia. Quello che mi ha colpito di più è la sua capacità di combinare ritmo e naturalezza.

«THE WITCHES SEED» sarà messo in scena per la prima volta al Tones Teatro Natura, un luogo spettacolare
ricavato da una cava dismessa che ha influenzato Copeland durante la composizione «L’ho studiato
per bene. Ho usato Google Map 3D, poi ho cercato fotografie delle altre produzioni messe in scena
al Tones. Osservare tutte quelle rocce, ma anche la regione attorno, mi ha fatto pensare al Medioevo
e la loro qualità quasi antropomorfa l’ho trovata perfetta per la nostra storia. Per me, realizzare
un’opera in Italia, è il coronamento di un sogno. L’anno scorso ne ho fatta una in Germania ma non
è la stessa cosa. E soprattutto, ogni scusa è buona per tornare in Italia».