Gli eroi entrati a far parte dell’immaginario collettivo trovano, a partire dal secolo breve, nuove ambientazioni, avventure e nomi grazie alla nascita degli albi a fumetti come la DC Comics ma soprattutto l’universo Marvel Comics creato dal genio visionario di Stan Lee. Dalla nascita de «La casa delle idee», ogni generazione ha aspettato con ansia l’uscita di un nuovo fumento, acquistato gadget, costumi da cosplayer, ma soprattutto ha atteso di poter vivere le avventure dei suoi eroi preferiti attraverso lo schermo cinematografico. Quali sono i motivi di questo successo planetario? Michele Pinto e Alex Zaum compiono un viaggio all’interno dell’universo Marvel nel libro «Il cinema delle Meraviglie. Le storie del Marvel Cinematic Universe», pubblicato da Dots Edizioni (pagg 184, 14 euro) , cercano di individuare gli elementi che hanno reso immortali i personaggi come gli X-Man, Spider-man, Captain America, Iron man, ma soprattutto come la produzione cinematografica della Marvel Cinematic Universe (in sigla MCU) si sia imposta a livello globale.

Il libro, maneggevole graficamente e nella lettura, è composto di sei capitoli indipendenti tra loro, dove gli autori indagano in maniera precisa e puntuale l’evoluzione che, dalla nascita della Marvel Entertaiment, ha portato gli eroi dei fumetti sul grande schermo. La storia della Marvel Comics inizia nel 1939 sotto la guida di Martin Goodman che affidò al giovane Stan Lee l’incarico di rinnovare profondamente la rappresentazione degli eroi a fumetti: il lavoro straordinario del creatore fu l’introduzione di caratteristiche più umane nella struttura dei personaggi, permettendo così di avvicinare i lettori ai supereroi, instaurando un rapporto e un’identificazione diretta. Gli autori del libro rivelano, infatti, la complessità dei Supereroi Marvel che incarnano i caratteri degli archetipi dell’inconscio collettivo cui Stan Lee e la sua squadra hanno donato debolezze umane come traumi, discriminazione, alcolismo, solitudine rendendoli personaggi a tutto tondo.

L’attenzione di Lee verso i nuovi sistemi di comunicazione di massa fu il motore che lentamente portò dalla fine degli anni Sessanta, con i primi cartoni animati dedicati alle avventure di Spider-man e i Fantastici quattro, passando per le prime serie tv degli Settanta, come «The Incredible Hulk» diretto da Kenneth Johnson, alla nascita della MCU nel 2006 che registrò incassi superiori ai venti milioni di dollari. Secondo gli autori il motivo che ha portato al successo i film della MCU, è di aver scommesso su grossi budget: effetti speciali e scenografie, attori affermati come Scarlett Johansson, Samuel L. Jackson, Natalie Portman, ma soprattutto un’architettura cinematografica basata su un progetto a lungo termine, dove i vari episodi sono interconnessi tra loro, ricalcando l’organicità narrativa dei fumetti e il sistema delle serie tv.

Analizzando in profondità le trame narrative, gli autori rintracciano all’interno dei film MCU un’introiezione della cultura moderna e la capacità di affrontare temi sociali urgenti, come spiega Elisabetta Di Minico nella Postfazione del libro. Le storie incarnate dai personaggi della Marvel spostano e teatralizzano problemi storici e attuali che appartengono al nostro mondo sostenendo un’analisi socio-politica come dimostra il titolo «Black Panter», prima pellicola nel suo genere dedicata a un supereroe nero a essere candidata agli Oscar. Per salvare il pianeta terra tutti gli eroi, con i propri limiti, devono compiere il proprio destino ricordandoci che anche noi facciamo parte dello stesso universo e possiamo cambiare il mondo.