La crisi del M5S e le bizze di Carlo Calenda rendono sempre più ingarbugliata la costruzione del nuovo Ulivo che ha in mente Enrico Letta. Il malessere dentro il Movimento, dopo i pessimi risultati alle comunali, non si placa. Tanto che Goffredo Bettini, tra i dem il principale amico dell’avvocato, ammette: «Conte è in difficoltà, ma lui è all’inizio del lavoro. Ha trasformato il Movimento, l’ha fatto diventare europeista.. indebolirlo per il M5S sarebbe un suicidio politico».

PAROLE SIMILI A QUELLE del ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli: «Il nuovo corso ha bisogno di tempo per sviluppare i suoi assetti. Vediamo la grande credibilità che sta attorno a Giuseppe e il consenso che c’è ancora nel Paese che deve poter trasferire al movimento. Da anni ci danno per morti ma siamo sempre tornati più forti».

ANCHE GRILLO VIENE descritto come molto preoccupato per la tenuta dei gruppi: e il tour elettorale siciliano dell’avvocato, impedendo un confronto fisico con i parlamentari, alimenta le incomprensioni. E le diffidenze. La voce che circola sempre più insistentemente è che Beppe abbia deciso di puntare su Virginia Raggi che continua a prendere le distanze da Conte: se l’avvocato loda Gualtieri, lei ieri ha ricevuto in Campidoglio il candidato del centrodestra Enrico Michetti per illlustrargli lo stato dei lavori sulla città e le priorità: lunedì vedrà anche il candidato del Pd, ma questo atteggiamento equidistante contrasta apertamente con la linea di Conte che aspetta il momento giusto per dichiarare il suo voto per il suo ex ministro dell’Economia. Raggi è furiosa per essere stata lasciata sola la sera della sconfitta, mentre Ckbnet e i big festeggiavano la vittoria a Napoli. E ora, tra chi sostiene l’asse col Pd, c’è il panico: «Potrebbe fare di tutto, anche aiutare Michetti…».

CONTE CERCA DI BARCAMENARSI tra vecchio e nuovo Movimento: «Grillo c’è sempre, la sua ispirazione eco-sociale rimane e rimane di grande ispirazione. Ovviamente siamo in una prospettiva politica diversa, un nuovo corso, dobbiamo radicarci sul territorio». Bettini ribadisce la necessità di un «campo democratico aperto dove nessuno mette veti». Che vada da Renzi e Calenda fino al M5S. «Va superata una reciproca diffidenza».
Cosa che non sta accadendo. Giovedì sera Bersani ha espresso le sue perplessità su La7: «In coalizione con Calenda? Io sono abituato a fare il filo della collana, ma fino a lì ho qualche problema ad arrivarci. Lui pensa che non ci siano la destra e la sinistra, ma solo pragmatici contro ppopulisti.

NEL MONDO non è così, centri ballerini non ce ne sono. A Calenda bisogna chiedere chiarezza e coerenza, tutte e due i piedi in un campo, e senza diktat». La replica del leader di Azione: «La sua è una politica sempre più settaria e sganciata dalla realtà». Matteo Richetti rincara: «Il “nuovo Ulivo” non esiste e noi non facciamo parte di una coalizione che comprende pure Di Maio e Conte». Dal Pd prova ricucire ricuce Francesco Boccia: «Una coalizione da Calenda al M5S? La politica è mediazione anche se è difficile. Dove andiamo uniti, il fronte progressista vince. Non vedo altre formule per battere la destra…»