Ci sono sicuramente stati alcuni lati positivi di questo lockdown. L’aria è più pulita; c’è più senso di solidarietà e un po’ meno la presenza di Matteo Salvini. Anche per quanto riguarda il cinema si possono trovare degli aspetti positivi. Sì, è vero, abbiamo perso il nuovo 007 e il festival di Cannes – anche se Thierry Fremaux insiste a voler organizzare una conferenza stampa ogni due settimane per qualche oscuro motivo. Mi mancano le sale del mio cinema. Mi mancano l’odore di popcorn e il tappeto sporco. Mi manca perfino le pubblicità per il montascale e per il ristorante sushi che si trova a pochi metri dal cinema. Ma ci siamo goduti una pausa. I nuovi film sono stati pochi e io, come molti altri, ho cominciato a cercare dappertutto quei vecchi film che nel passato ho fatto a finta di aver visto, ma che in verità non avevo mai guardato. Ho scoperto i film di Joseph Losey, alcuni di Robert Aldrich, un sacco di film di Samuel Fuller ma la cosa che mi ha fatto appassionare ancora di più è stato trovare un elenco di film noir su Letterboxd. Questo elenco si chiama ‘They Shot Dark Pictures, Didn’t They?’ cioè: giravano dei film scuri, vero? I film sono bellissimi. Adoro vedere come vivevano in quei giorni; come erano le macchine ei telefoni, le sigarette e i vestiti. Il modo di parlare della gente. I prezzi! Ci sono tante differenze ma vi si trovano anche le cose che non cambiano mai. La paura, la disuguaglianza, l’ingiustizia. In generale i film noir erano molto più critici della società di quanto lo siano i film popolari di oggi. Il piacere di guardare un film in bianco e nero è dovuto in parte ad un sentimento di nostalgia. Quando ero bambino guardavo tutti i film in bianco e nero perché così era il piccolo televisore che avevo in camera mia. Aveva un’antenna e una manopola per sintonizzare. Ho visto Taxi Driver in bianco e nero, Blade Runner e Shining. E devo dire che sono bellissimi. Forse mi piace di più Blade Runner nella versione in bianco e nero. Non mi stupisce che alcuni registi abbiano iniziato a fare versioni dei loro film in bianco e nero. Come ha fatto George Miller con la sua versione ‘chrome’ di Mad Max: Fury Road e la versione noir di Logan.
La realtà è che il bianco e nero non è bianco e nero. Ci sono ombre di diversi colori. Tutto lo spettro della nebbia, una gamma che corre dalla brina all’ardesia al carbone. Il fumo di una sigaretta che si alza lentamente formando una spirale; un’estetica di un mare mosso in pieno inverno, gelido, di ghiaccio e di notte, di neve e pioggia. Della notte e della luna. Delle stanze illuminate da un’insegna al neon, che lampeggia rivelando a tratti un cadavere color vapore in una pozzanghera di sangue ossidiana.