A Bologna è esploso il movimento delle sardine, e a Bologna ritornerà per la seconda volta. Succederà il 19 gennaio, a una settimana dal voto per le elezioni regionali dell’Emilia-Romagna. Un voto decisivo quello del 26 gennaio. Per la Regione ovviamente, ma anche per il governo nazionale. Perché se la Lega vince – e sulle conseguenze di questa ipotesi gli analisti concordano – poi cambierà tutto. Per il governo Conte bis ma anche per il Pd che sta tentando di trovare una sua identità dopo la scissione di Matteo Renzi.

PER IL BIS BOLOGNESE le sardine, che hanno deciso di tornare laddove tutto è nato, scelgono di puntare decisamente in alto. Come hanno sempre fatto, fin dall’inizio. Se il 14 novembre avevano annunciato almeno 6 mila persone in piazza (alla fine furono quasi 15 mila), per il 19 gennaio l’obiettivo sarà anche di tipo economico. Almeno 50 mila euro da raccogliere in anticipo per ripagare le spese di organizzazione dell’evento e, sopratutto, per finanziare il movimento.

L’asticella è alta ma l’obiettivo a portata di mano, visto che in poche ore dal lancio della raccolta fondi sulla piattaforma Ginger le sardine hanno sfondato abbondantemente quota 10 mila euro, un quinto della somma totale da raccogliere. «Sarà un grande evento destinato a rimanere nella storia, dedicato all’Emilia Romagna, alla sua cultura e al suo saper coniugare benessere e solidarietà, dialogo e ascolto. La piazza sarà ancora una volta la nostra casa e il bello dello stare insieme vincerà sul sentirsi soli», scrivono sulla loro pagina facebook.

Nessun annuncio per quanto riguarda gli artisti. «Per ora tutto è top secret», si limita a dire Mattia Santori, uno dei quattro fondatori. Si sa però che gli artisti che mostreranno la loro arte in piazza lo faranno a titolo gratuito, perché credono nel movimento. Per ora le sardine promettono «uno spettacolo unico che farà bene agli occhi e alle orecchie, alle menti e alle coscienze».

L’obiettivo è sempre quello, dare spinta alla mobilitazione contro il sovranismo di Matteo Salvini e della destra a trazione leghista che il 26 gennaio proverà a sconfiggere il centro sinistra di Stefano Bonaccini e, su questo fanno fede gli slogan, a «cacciare il Pd dall’Emilia-Romagna». Le sardine questa volta però non punteranno esclusivamente sui numeri di piazza (quelli arriveranno comunque), ma sulla qualità di quel che succederà. «La

Bellezza non è una merce di scambio, ma un bene prezioso che nasce e cresce dal basso. Ed è giusto che ce lo offriamo a vicenda. Perché ce lo meritiamo».

IN ATTESA DELL’EVENTO bolognese continuano le manifestazioni e i flash mob anti Salvini in Emilia-Romagna, terra di incessante campagna elettorale da parte della Lega. Ieri sera a Cesena le sardine hanno dato vita all’ennesimo partecipatissimo flash-mob, ovviamente in concomitanza con la visita di Matteo Salvini e superandolo per l’ennesima volta nei numeri. Nelle sue visite in regione Salvini spesso si è ridotto, per molti sui comizi, ad annunciare i suoi blitz con solo mezz’ora di anticipo. E infatti il leader della Lega, rincorso dalle sardine, ha più volte rinunciato al comizio vero e proprio e dato vita a un «punto stampa». È successo ad esempio pochi giorni fa a Bologna, con il leader della Lega attorniato da solo una ventina di persone.

MA CHI SONO LE SARDINE? Una di loro, Lorenzo Donnoli, ha provato a dare una risposta. «Disoccupati, precari, operai e lavoratori che rischiano la vita ogni giorno, vittime del sistema mafioso, vittime della malasanità, vittime dell’ignoranza della propria famiglia, vittime di intolleranza, donne vittime di violenza. Fra le Sardine c’è spazio per tutti, tutti hanno voce in capitolo, comprese le ultime e più vulnerabili vite». Dopo la riunione romana del 15 dicembre le sardine iniziano a proporre temi politici concreti al di là del no ai decreti sicurezza. «La violenza di genere esiste – hanno scritto le sardine di Cesena – Siamo senza bandiere, ma non senza opinioni: le sardine sono contro la violenza, lo sono sempre state. Per questo siamo vicini ai Politici che hanno il coraggio di battersi per l’uguaglianza e la giustizia sociale e che proprio in queste ore si stanno battendo per portare in Parlamento il tema della violenza omotransfobica».