Ministro Orlando, il suo dicastero ha quantificato il danno ambientale, solo per il Sin (Sito di interesse nazionale) «Brescia-Caffaro», in 1 miliardo e mezzo di euro. A quanto ammontano i fondi che il ministero dell’Ambiente può mettere a disposizione per le bonifiche?

Il programma nazionale di bonifica ha stanziato per il sito “Brescia-Caffaro” la somma di  euro 6.752.727. Le risorse sono state già tutte trasferite alla Regione Lombardia nell’ambito dell’accordo di programma “per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e successiva bonifica nel Sito di interesse nazionale di Brescia Caffaro” del 2009. Con questo accordo sono stati individuati i soggetti ai quali è stato attribuito il ruolo di soggetti attuatori e sono stati individuati gli interventi di messa in sicurezza da attuare. Si tratta di risorse sicuramente insufficienti per risolvere tutti i problemi ambientali, i rischi e la limitazione d’uso dei servizi delle risorse naturali causati dalla contaminazione. Per questo ho assunto l’impegno di chiedere ulteriori risorse da destinare al Sin “Brescia-Caffaro” mediante una rimodulazione dei fondi comunitari a favore delle bonifiche e la previsione di una deroga dal Patto di stabilità per i fondi messi a disposizione per gli interventi per il risanamento ambientale. Inoltre, con il supporto dell’avvocatura dello Stato, i miei uffici stanno valutando anche la possibilità di iniziative per recuperare risorse economiche per effettuare gli interventi da parte dei responsabili della contaminazione.

C’è, a suo avviso, tra i Sin in Italia una situazione paragonabile per contaminazione a quella di Brescia?

L’area Caffaro è caratterizzata dalla presenza di fonti di contaminazione dei suoli e delle acque sotterranee, costituite da sostanze persistenti e bio accumulabili, che sono localizzate all’interno di un’area ad alta densità abitativa. Si tratta quindi di una situazione che, anche per le caratteristiche della contaminazione e di esposizione agli inquinanti, pone problemi in parte diversi da quelli, pur altrettanto gravi, presenti sul territorio nazionale; anche rispetto ad altri siti del territorio nazionale che hanno ereditato gravi inquinamenti delle matrici ambientali a causa della Caffaro.

A Brescia una buona parte della popolazione vive tuttora a contatto con Pcb, diossine, mercurio e altri veleni…

Come ho detto è necessario rifinanziare il Programma nazionale di bonifica per disporre delle risorse economiche che servono per la messa in sicurezza e la bonifica del sito, senza trascurare l’importanza delle iniziative amministrative e giudiziarie che il ministero ha in corso per far pagare i responsabili di questo danno ambientale. E in entrambi i casi continuerò a garantire il mio impegno. Sotto il profilo delle azioni tecnico amministrative ho accolto con favore la proposta del comune di Brescia di attivare a livello regionale un tavolo tecnico di coordinamento per favorire la massima collaborazione tra istituzioni locali e centrali, che ritengo indispensabile. Ad esempio, se questa iniziativa fosse stata promossa prima, tante difficoltà che hanno rallentato l’attuazione degli interventi sarebbero state superate in tempi più rapidi e, forse, non sarebbero neppure sorte. Infine, si deve ottimizzare l’impiego delle risorse economiche, per ora scarse. Il Programma nazionale di bonifica stabilisce, in proposito, i criteri generali delle priorità in base ai quali, su indicazione degli enti locali, sono stati individuati gli interventi inseriti nell’accordo di programma. Tali interventi comprendono, tra l’altro, la messa in sicurezza e la progettazione della bonifica dei terreni in alcune aree pubbliche, tra cui il parco Passo Gavia e la pista ciclabile di via Milano, e alcune aree residenziali, giardini di abitazioni private, contaminate da Pcb/diossine, per un totale di 8.400 mq. Infine ulteriori interventi di messa in sicurezza di emergenza e progettazione della bonifica dei terreni sono previsti per le aree agricole, mediante tecniche di bioremediation.

Chi si occuperà della bonifica? Quale tecnica immaginate?

Oltre agli interventi di bonifica previsti nei suoli che ho appena citato, l’accordo di programma prevede interventi sulle acque di falda. Sogesid spa, in qualità di soggetto attuatore, è stata incaricata di elaborare lo studio di fattibilità per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda, nonché di avviare interventi di messa in sicurezza e la progettazione della bonifica delle rogge. Ulteriori interventi sono previsti per le discariche di via Caprera, con Sogesid soggetto attuatore, nonché Pianera, Pianerino e Vallosa, per le quali sono stati individuati come soggetti attuatori i comuni. È da ricordare che alcuni soggetti privati hanno già avviato interventi di bonifica e messa in sicurezza delle aree di competenza, consistenti nella rimozione dei terreni contaminati e nell’emungimento e trattamento delle acque di falda. Tuttavia, l’estensione e la natura della contaminazione sta evidenziando che l’applicazione delle tradizionali tecniche di bonifica non è sufficiente. Oltre alle barriere idrauliche e alla rimozione dei terreni dovranno essere valutate anche tecniche di bonifica alternative, al fine di conseguire gli obiettivi di risanamento ambientale e sanitario in tempi celeri e a costi ragionevoli.

Il ministero ha un piano d’emergenza per “salvare” la falda acquifera della città in caso ceda la barriera idraulica?

È sicuramente necessario che la barriera idraulica realizzata per impedire e attenuare la diffusione della contaminazione dalla falda sottostante lo stabilimento Caffaro continui a funzionare. I competenti uffici del ministero, grazie alla preziosissima collaborazione degli organi locali di controllo, stanno prestando particolare attenzione per garantire che non si determinino soluzioni di continuità nella gestione degli interventi in atto per impedire la propagazione della contaminazione. Anche in tal caso, però, emerge l’importanza di poter disporre delle risorse economiche necessarie per consentire agli enti territoriali di affrontare in via sostitutiva eventuali situazioni di emergenza che si dovessero creare.

Il sindaco di Brescia Emilio Del Bono ha chiesto la nomina di un commissario per il Sin Caffaro. Lei è favorevole? Se sì, perché non è ancora stato nominato dal governo?

Nel corso della mia visita a Brescia, lo scorso 27 luglio, è stata condivisa l’esigenza di rendere più efficace l’azione per la bonifica del Sin Brescia Caffaro. Alla fine è stata condivisa l’istituzione di un tavolo tecnico a livello coordinato dal dottor Sesana. Il prossimo 30 ottobre si terrà una prima riunione presso il ministero per fare il punto della situazione ed elaborare un’agenda di interventi condivisi per il risanamento del Sin. Il tavolo tecnico consentirà anche di valutare se la nomina di un commissario straordinario, come io credo, può dare impulso ad una più rapida attuazione degli interventi di bonifica e messa in sicurezza del sito. Da parte mia sono favorevole a tutte le iniziative che diano impulso alle bonifiche dei siti contaminati, che, come ho avuto modo di dire in più occasioni, rappresentano uno snodo centrale per tutelare la salute e per limitare il consumo di nuovo suolo a favore del riutilizzo e il recupero a fini economico-produttivi di aree industriali.

Quali poteri e quale budget avrà a disposizione il commissario?

Naturalmente, nel quadro delle disposizioni finanziarie che ho ricordato e dei limiti previsti dalla legge per questo tipo di funzione.