Se Matteo Renzi ha buttato i pop corn per lanciarsi con entusiasmo nell’avventura con i 5 Stelle, non è altrettanto convinto il dem Tommaso Nannicini, suo ex consigliere economico e sottosegretario a palazzo Chigi che, intervistato dal Messaggero, non lo nasconde, anzi. Domanda: «Insomma, è pronto a pensare alla manovra con Laura Castelli del M5S?». Nannicini, spiega l’intervistatore, Simone Canettieri, ride e fa il gesto dello stop con la mano, poi risponde: «Ci sarà da ridere, al di là del nome del premier, esistono una serie di macro temi che ci vedono su fronti diametralmente opposti».

Commenta su twitter Claudio Borghi, leghista presidente della commissione Bilancio della camera: «Ehi Nannicini se a te viene già da ridere all’idea di fare la manovra con la Castelli, immagina quanto riderei io a vedervela fare nella mia commissione». E giù emoticon di risate con le lacrime.

Perché appunto, Borghi e gli altri leghisti, manterranno le loro attuali presidenze di commissione fino alla prossima primavera. Solo dopo due anni, infatti, si può procedere con il rinnovo. Al momento la Lega guida 5 commissioni parlamentari permanenti su 14 a Montecitorio e altrettante al Senato. E, appunto, anche commissioni cruciali come quelle dove transiterà la legge di bilancio: quella guidata da Borghi e quella di cui è presidente Alberto Bagnai, la Finanze di palazzo Madama. Tra le altre i leghisti hanno la presidenza delle commissioni Attività produttive, Trasporti e Lavoro di Montecitorio, mentre al senato le commissioni Affari costituzionali e Difesa.