Uno dei primi atti della Giunta di centrodestra piemontese guidata dal forzista Alberto Cirio, fu la promulgazione di una circolare nel 2019 firmata dall’assessora leghista, Chiara Caucino, con la quale veniva indicato ai comuni piemontesi di richiedere ai soli cittadini non comunitari, per accesso agli alloggi sociali e in emergenza abitativa, la presentazione di costosi (e a volte impossibili da reperire) certificati rilasciati dal paese di origine, attestanti l’assenza di proprietà immobiliari. Questo provvedimento, che gli amministratori leghisti e di Fratelli d’Italia avevano già deliberato in altre regioni e comuni stanno venendo dichiarati, tutti, discriminatori.

La giudice che ha firmato l’ordinanza del 25 luglio del Tribunale di Torino, Silvia Vitro, ha sostenuto che la richiesta di documentazione aggiuntiva per i cittadini extra Ue costituisce «una discriminazione diretta a danno dei cittadini stranieri, non essendo ragionevole una ripartizione degli oneri documentali, inerenti le proprietà situate all’estero, basata sulla diversa cittadinanza».

A dar comunicazione di questa nuova vittoria in tribunale è l’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) che aveva già avanzato molti dei ricorsi, tutti vinti, contro provvedimenti analoghi della Regione Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Valle d’Aosta e dei comuni di Sesto San Giovanni, Arezzo, Lodi, Ferrara e Palazzago. Provvedimenti dichiarati dai tribunali atti discriminatori che avevano avuto l’effetto immediato di limitare l’accesso ai servizi sociali per i cittadini stranieri di origine extra europea: dalle case popolari ai nidi passando per gli assegni famigliari. Inoltre con la recente sentenza la Consulta ha dichiarato altresì l’illegittimità costituzionale dell’art. 79 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia (il cosiddetto gratuito patrocinio), nella parte in cui non consente al cittadino di stati non appartenenti all’Ue di avvalersene con una dichiarazione sostitutiva.

Secondo l’Asgi quest’ultima decisione in Piemonte «sblocca una situazione di gravissimo disagio che vedeva moltissime famiglie straniere nell’impossibilità di accedere alle graduatorie per gli alloggi Erp non avendo i mezzi economici per procurarsi la certificazione richiesta o avendo ricevuto dalle Autorità dei paesi di origine comunicazione dell’impossibilità di ottenere tale documento». «Prima i piemontesi? No, cara Assessora Caucino, il diritto alla casa è di tutti e tutte. Prima gli italiani? No, signori della destra, prima viene chi ha più bisogno», è invece il commento a caldo del Capogruppo regionale della sinistra, Marco Grimaldi, che aveva contrastato il provvedimento in aula.