L’allarme per la sanità italiana, a causa dei violenti tagli decisi dal governo Renzi con la legge di Stabilità, è confermato dalle Regioni: ieri il presidente della Conferenza delle autonomie e governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, è stato molto netto, ha spiegato che «è a rischio la sopravvivenza del sistema Regioni» e ha chiesto un incontro urgente all’esecutivo. A stretto giro ha risposto il premier, che ha convocato i governatori (probabilmente l’incontro si terrà domani) ma accompagnando la decisione, secondo fonti di Palazzo Chigi, con una frase di sfida: «Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio», avrebbe detto il presidente del consiglio.

«Sulla sanità ci sono più soldi del passato», la replica di Renzi, sempre secondo fonti del governo. «Meno di quelli che chiedono le regioni, ma più di quelli che avevano a disposizione». «Il punto è che le tasse devono scendere», ha spiegato ancora il premier, che se con una mano taglia, con l’altra pare farsi alfiere dei poveri tartassati: «Non consentirò loro di aumentare le imposte ai cittadini, non si può scaricare sempre sugli italiani». «Eliminino piuttosto gli sprechi», la conclusione.

Chiamparino è intervenuto in due momenti: al termine di una riunione con gli altri governatori, e poi in audizione in Commissione Bilancio del Senato. L’allarme riguarda sia il prossimo anno, che il triennio 2017-2019. Per il 2016 sono a rischio, con la possibilità che in alcune regioni non vengano assicurati, servizi essenziali come i farmaci salvavita, i piani vaccinali, come gli stessi Lea (livelli essenziali di assistenza, quegli standard minimi che fanno della sanità un sistema universale, garantito a tutti i cittadini).

Ecco le parole del presidente della Conferenza delle Regioni, che ha parlato della necessità di stanziare un miliardo in più per il 2016: «Per il 2016 prendiamo atto positivamente dell’aumento del fondo per un miliardo» rispetto al 2015, ha spiegato Chiamparino, ma le «le esigenze per far fronte alle scadenze contrattuali, ai farmaci salvavita, al piano vaccinale e ai nuovi Lea sono circa il doppio cioè un miliardo in più. Rappresenteremo queste esigenze augurandoci sia possibile accrescere le risorse per la sanità nel 2016».

Chiamparino ha poi smentito gli annunci fatti nei giorni scorsi dal governo, sul presunto non aumento di ticket e tasse a fronte dei tagli alla sanità: «Non vogliamo aumentare i ticket o le tasse, ma credo che qualche Regione possa decidere di farli», ha detto.

Il governatore piemontese ha ricordato che «rispetto al 2015 le risorse per il 2016 aumenteranno di un miliardo, arrivando a 111 miliardi, ma 800 milioni sono vincolati per i Lea. Però vuol dire che di quel miliardo ci sono 200 milioni in più» e diverse spese da considerare. Bisogna prima chiarire se il rinnovo dei contratti «viene tenuto fuori da fondo sanitario» altrimenti una «stima prudenziale dice che ci vogliono almeno 300 milioni per fare la trattativa». Altri 300 milioni servono per il fondo vaccinazioni, a cui bisogna aggiungere il fondo emotrasfusi; «poi arrivo ai farmaci salva vita», come quelli per l’epatite C, per cui serve «almeno mezzo miliardo». Da questi calcoli «viene fuori l’esigenza di un altro miliardo».

Sempre rispetto al 2016, ma riguardo in questo caso alle voci di bilancio extra sanità, Chiamparino ha spiegato che i governatori chiederanno «un tavolo per affrontare il taglio da 2,2 miliardi solo per le Regioni a statuto ordinario. Se si dovesse andare a un taglio diretto il rischio è che vengano meno tutti i fondi per le politiche dell’istruzione o del sociale o che occorra intaccare significativamente il fondo dei trasporti».

Infine Chiamparino ha definito «insostenibili» i 17 miliardi di tagli: «I tagli dal 2017 al 2019 configurano una situazione che nei fatti mette a rischio la sopravvivenza del Sistema Regioni».

E se a differenza delle Regioni, i Comuni danno un giudizio «positivo» della manovra (il presidente dell’Anci Piero Fassino dice che «è la prima dal 2007 che non prevede tagli ai Comuni»), dall’altro lato i sindacati hanno espresso pesanti critiche, soprattutto la Cgil. Susanna Camusso ha spiegato che «favorisce solo chi ha di più», citando come esempio la norma sul contante, soprattutto riguardo gli affitti e il trasporto merci. La Cgil, così come Cisl e Uil, hanno criticato il taglio inferto a Caf e patronati, e la Uil in particolare ha definito «gravissimo»l’annunciato aumento di 8 euro lordi per gli statali.

Disco verde, al contrario, dalla Confindustria di Giorgio Squinzi, ma con alcune riserve: «È il primo bilancio espansivo dal 2007 – spiega – ma nonostante l’80% delle risorse sia destinato al taglio delle imposte, il livello dell’imposizione resta elevato. Quanto alla spending, presenta alcune criticità sul reperimento delle risorse».