Due autori, una famiglia, centinaia di tavole con testi, disegni, visioni di qualità stratosferica. Ritroviamo Teresa Radice e Stefano Turconi a pochi mesi dall’uscita del loro romanzo grafico Le ragazze del Pillar, seguito del feuilleton gotico-marinaro del 2015 Il porto proibito. Cinque anni dopo, si ritorna nella Plymouth d’inizio ’800 per un nuovo appuntamento con le «signorine» già al centro del volume edito da BAO Publishing, premio Gran Guinigi 2015 a Lucca Comics and Games come miglior romanzo grafico.

«Di solito amiamo cambiare continuamente», spiegano gli autori. «Con Il porto proibito, per la prima volta, ci è accaduto di avere nostalgia per luoghi e personaggi di una storia conclusa. Abbiamo deciso di tornare là… un po’ come quando si torna in un luogo che ti ha dato tanto, ma non sai se lo troverai cambiato, non sai che fine abbiano fatto le persone che avevi conosciuto laggiù. Ecco, Le ragazze del Pillar è un ritorno, e speriamo che una storia tiri l’altra, che ogni avventura scopra fili che portano a vicende nuove».

DUE NUOVI EPISODI autoconclusivi e un accenno di trama orizzontale che anticipa altre storie a venire. Non cambia il metodo di lavoro dell’home studio La casa senza Nord, che per Teresa, sceneggiatrice e Stefano, disegnatore, è sempre imperniato su un copione ormai inossidabile. «Per prima cosa decidiamo insieme l’epoca in cui si svolge la storia, il luogo e lo spunto iniziale partendo dalla voglia comune di rappresentare una certa atmosfera o un certo luogo, o dall’esigenza di raccontare una certa emozione, di dare voce a un pensiero. Poi definiamo la storia a grandi linee e cominciamo a studiare psicologicamente e graficamente i personaggi. A questo punto, i compiti si dividono: Teresa scrive il soggetto e Stefano comincia a definire lo stile grafico. Una volta approvato tutto dall’editore, si passa alla realizzazione vera e propria, sceneggiatura e realizzazione delle tavole».

IN TUTTO QUESTO, c’è anche una vera e propria full immersion nel mondo di riferimento cui fa capo ogni singolo libro. «Per quanto riguarda le location, c’è sempre di mezzo un viaggio: a volte è studiato appositamente allo scopo di raccogliere immagini e suggestioni per lo sviluppo di un libro, come è successo con la Plymouth ottocentesca del Porto. Per il resto, per tutto il tempo della lavorazione cerchiamo davvero di ’essere lì’, in quel luogo e in quell’epoca, attraverso film, libri, immagini, musica. Solo così riusciamo a vivere la lavorazione di un libro come una vera esperienza, un ’viaggio’ effettivo e, speriamo, a farla vivere allo stesso modo anche al lettore».

Lettore che nel caso dei due autori cresciuti tra paperi e topi della Disney e poi passati oltre sfugge a ogni tentativo di etichettatura. «A essere onesti, fatichiamo a riconoscere un vero e proprio target ai nostri libri. Quando li immaginiamo, li scriviamo, li disegniamo, andiamo molto d’istinto, non ci facciamo troppe domande chiedendoci per chi saranno. Le etichette ci sono sempre state strette. E infatti capita spessissimo che i nostri fumetti non siano facilmente classificabili in categorie precise. Forse questo è al tempo stesso il loro limite e il loro vantaggio».

E INFATTI: storie di mare, come in questo caso; storie ambientate nell’Italia del medioevo, come il picaresco Tosca dei Boschi del 2018; storie migranti come Non stancarti di andare del 2009 o Viola Giramondo, uscito a Lucca 2013 per Tunué e appena ristampato sempre da BAO in una nuova edizione ricca di contenuti extra. «Oltre alla storia principale – sottolineano gli autori – c’è anche un piccolo dietro le quinte pensato come un breve corto animato ispirato alla slapstick comedy e un ricco ’carnet zig-zag’ di bozzetti, appunti e illustrazioni. Rileggerlo dopo sette anni ci ha fatto tenerezza perché, nonostante il tempo passato, ci siamo riconosciuti in quei personaggi, nel loro modo di vedere le cose, nel nostro modo di raccontare. È stato il nostro primo graphic novel extra Disney… ma siamo sempre noi».

E DATO che si tratta di fumetti fatti per così dire in famiglia, quest’ultima è sempre un tema «forte» della narrazione. «Una famiglia intesa non necessariamente come nucleo di genitori biologici e figli, ma come insieme di persone che ti scegli e che camminano con te, che sono il tuo punto di riferimento nell’andare, anche da lontano magari. In tutte le nostre storie in effetti ci sono figli, madri e padri che spesso non hanno alcun legame di sangue tra loro».

Prossima fermata, la Russia del fumetto su cui Teresa e Stefano stanno lavorando attualmente. «È ambientato in parte in Carelia, una regione al confine con la Finlandia che abbiamo visitato più o meno 15 anni fa e si svolge durante la Seconda guerra mondiale. Sarà interamente ad acquerello e si intitolerà La terra, il cielo, i corvi. L’uscita è prevista entro il 2020, ma chi ha voglia di seguirne il work in progress può venire a trovarci su Instagram@lacasasenzanord e scoprire passo passo come procede la lavorazione». Zaino in spalla: l’avventura continua.