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Le proteste di chi aspetta ancora i ristori

Bologna, Giorgia Meloni incontra presidente regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini per firmare per l'accordo sui FscBologna, Giorgia Meloni incontra presidente regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini per firmare per l'accordo sui Fsc – Lapresse

A Bologna e Forlì I comitati: «Dopo il fango non vogliamo essere sommersi dal silenzio»

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 18 gennaio 2024

L’arrivo di Giorgia Meloni in Emilia-Romagna, prima a Bologna poi a Forlì, sotto un cielo livido e una pioggia gelida, è stato accolto in entrambe le città da varie proteste. In Via Aldo Moro a Bologna, sotto la sede della Regione, mentre si svolgeva l’incontro tra il presidente Stefano Bonaccini, il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto e Meloni, una cinquantina di attivisti hanno protestato contro le nuove opere autostradali in progetto, la Bretella Campogalliano Sassuolo, la Cispadana, il Passante di Mezzo (i cui cantieri preliminari hanno già deforestato vari parchi di Bologna). I comitati No Bretella, No Cispadana, Legambiente, Fiab, Reca, e Fuori dal Fossile hanno chiesto di investire di più nelle ferrovie e fermare il consumo di suolo. Presenti anche i comitati delle scuole Besta, che contestano la imminente distruzione del parco Don Bosco (decisa dal Comune di Bologna), per la costruzione ex novo di un polo scolastico che invece potrebbe essere ristrutturato.

Dal lato Bonaccini, però, ieri buone notizie: Meloni ha firmato l’accordo tra regione Emilia-Romagna e governo sbloccando i Fondi Sviluppo e coesione, oltre 600 milioni di cui 150 per i territori alluvionati. Dopo Bologna, è stata la volta di Forlì. Piazza Saffi era totalmente blindata, transenne e forze armate tenevano la gente a distanza dal municipio. Se poco dopo l’alluvione Meloni si era fatta fotografare mentre abbracciava gli alluvionati con gli stivali nel fango, ieri non si è neppure avvicinata alla gente che la aspettava sotto la pioggia. Cori di «vergogna!» «rispettate le promesse!» hanno accolto l’arrivo delle auto blindate. Meloni, Bonaccini, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il generale Figliuolo, sono subito saliti a incontrare il sindaco Gian Luca Zattini.

Intanto in piazza gli alluvionati lamentavano la mancanza di ristori e le promesse tradite: «Nemmeno un quarto di quello che ci aveva promesso Meloni è arrivato» grida Giovanna, residente del quartiere Romiti, uno dei più colpiti. «I più fortunati hanno ricevuto 3000 euro nei primi mesi, ma per chi ha perso la casa e tutti i beni mobili e immobili, è una briciola, tanti non hanno ricevuto nulla». «Vogliamo una ricostruzione equa e trasparente e la tutela del territorio e dell’ambiente – afferma Cristina Cozzoli, dell’associazione Forlì Città Aperta. – Troppe opere devastanti stanno continuando a sbancare il nostro territorio, come il Metanodotto Snam Linea Adriatica opera voluta dal Governo, e nuovi poli logistici cementificano la terra. Non sono bastati 17 morti, migliaia di sfollati per capire che il consumo di suolo e la crisi climatica uccidono?». Tra gli alluvionati anche i sindacalisti Cgil, che hanno avuto le sedi di Faenza e Forlì gravemente danneggiate. «In tutto sono stati stanziati (che non significa elargiti) solo 4,7 miliardi, degli 8 miliardi promessi. Chiediamo ristori al 100 per cento, ma soprattutto rispetto della terra e una legge nazionale per gestire le emergenze». Ci sono anche i ragazzi dei Fridays for Future che chiedono di attivarsi contro la crisi climatica a tutti i livelli, e chi protesta contro i soldi alle armi e alle guerre. Forte la presenza degli abitanti dell’Appennino, che ancora soffrono per le mille frane che hanno tagliato strade, campi e ferrovie.

«Le piccole aziende agricole sono state lasciate sole verso il collasso, ci sono tante aziende che per avere 40.000 euro di ristori ne dovrebbero spendere altrettanti nelle perizie e quindi ci rinunciano – racconta Cesare di Predappio, che fa parte dell’Appello per l’Appennino Romagnolo.- In queste vallate nessuna frana è stata messa in sicurezza. La ferrovia Faenza-Firenze è stata da poco riaperta, ma ad ogni allerta meteo i passeggeri sono dirottati nei bus, con notevoli ritardi per studenti e pendolari. Intere vallate sono insomma in stato precario. La struttura commissariale aiuta poco, nemmeno si è degnata di aprire un ufficio in qualche sottoscala dei nostri comuni». «Dopo il fango non vogliamo essere sommersi dal silenzio» gridano gli alluvionati.

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