Ha una ambientazione e un conio decisamente contemporanei l’opera prima di Gabriele Sassone Uccidi l’unicorno (Il Saggiatore. pp. 224, euro 19), una narrazione che dura una lunga notte di riflessioni, pensieri, flashback, digressioni e sconfinamenti di un professore quarantenne, l’ondivago io narrante, che all’improvviso deve preparare per un network artistico una lezione sul tema «L’arte all’epoca dei social media», sostituendo un convegnista straniero che ha dato improvvisamente forfait. È già notte quando riceve la telefonata dalla project manager, subito si mette al lavoro, l’indomani una platea di 250 studenti ascolteranno la sua lezione, evento che lo terrorizza, la deve scrivere...