Dunque, adesso provate a spiegarmi con parole vostre cosa sono le personificazioni….

“Io lo so! E’ quando tu fai un paragone come una persona!” “Le personificazioni sono…. Sono delle azioni che fanno delle cose… Come un cartone animato”. “Sì, se tu fai fare a una cosa un’azione che fanno gli umani, le persone”. “Sono una cosa delle poesie. Come le rime”. “Sono anche nelle filastrocche”. “Sono come dei paragoni, però si chiamano personificazioni perché si paragonano a delle persone, non a una cosa o a un animale”. “Ma no, è quando fai fare a una cosa un’azione che fa una persona”. “O un animale”. “No, non un animale: infatti si chiama personificare, si chiama personificazione…”
Vabbè, mi fate alcuni esempi?

“Il vento corre veloce in mezzo al bosco. Perché il vento è una cosa e correre è un’azione umana, che fa un essere umano, che non può fare il vento perché non ha le gambe per camminare, i piedi. Lui al massimo, il vento, potrebbe soffiare”. “Le forbici mangiano la carta è una personificazione?” “Sì, perché le forbici non mangiano, ma le persone sì”. “La penna massaggia la carta?” “Il telefono strilla”. “La bterra mangia i semi”. “Le nuvole piangono. O fanno la pipì. Perché piangere o fare la pipì è qualcosa da essere unano, non da cose. E le nuvole sono delle cose”. “L’albero in inverno si spoglia delle foglie e dei rami”. “Sì, è vero, io questo l’ho già sentito. E’ una personificazione famosa”. “Le bici corrono lentamente?” “La nuvola viaggiava è una personificazione?” “Ah! Io ne so una” Il ruscello! Il ruscello scende la scala della montagna”. “Oppure il sasso corre giù dalla fontana. Oppure la frana corre giù dalla montagna”. “Ah, qui sul libro! L’ho trovata! Nella poesia! Ecco: Il sole occhieggia tra la folta chioma del tiglio”. “Cosa vuol dire occhieggia?” “Battere le palpebre”. “Darsi delle arie”. “Il sasso tifa il Sassuolo è una personificazione? Non credo”. “L’imissario rincorre l’emissario è una personificazione perché i fiumi non si rincorrono”. “E le foglie rincorrono il vento? Le foglie dell’albero rincorrono il vento?” “Sì. Bella. Questa è una personificazione”. “Oppure: Il sasso batte sull’acqua. Oppure: La lavatrice piange. Oppure: Il cuore canta l’amore”.
Altre personificazioni che vi vengono in mente?

“La notte sbianca il cielo. Con il bianchetto. Vuol dire… Sì, insomma, che fa diventare più bianco il cielo…”. “La luna, allora”. “No, io ho detto la notte2: “Le forbici squarciano la carta”. “Basta con queste forbici e con questa carta!” “La luna calante mette gialle parrucche”. “Cosa?” “Non è una personificazione?” “I fili d’erba tremano al vento. Perché i fili non tremano. Cioè, anche se tremano, loro non sanno di tremare perché tremare è una azione solo umana, mi sembra. Non ne sono sicura ma a me sembra proprio così, che non è una cosa inumana ma solo umana”. “Sì, certo, lo è, lo è” “Gli alberi tessono il vento”. “Tessono?” “Sì, come cucire, come fare la maglia, l’uncinetto, la stoffa….” “Il vento abbraccia le nuvole”. “Il raggio di sole cancella il buio pesto”. “I raggi di sole abbracciano il sole”. “I raggi di sole abbracciano il mondo e le cose, gli animali e le case, i laghi e i mari, i fiumi e gli alberi, gli animali e i bambini, le biciclette e le volpi, le foglie e i canarini…. Insomma, tutte le cose che esistono e vivono nel mondo”.
Quali vi piacciano di più?

“A me la notte sbianca il cielo perché mi sembra di vederla con il bianchetto in mano”. “Chi?” “La notte”. “A me i fili d’erba tremano nel vento perché poi i fili d’erba sono un po’ come i peli della terra e quando uno ha paura i peli si rizzano sul braccio”. “A me piace di più la campanella strilla perché a me sembra…. A me la campanella sembra una bambina piccola che piange, che strilla e a me sembra di sentirla di più, sembra anche di vederla”. “A me piace: Le forbici mordono la carta”. “A me la preferita è questa: “Le foglie dell’albero rincorrono il vento. Perché è più allegro. Mi sembra che sono come dei bambini che ridono, giocano nel cortile, si rincorrono”.