C’era attesa ieri a Tirana per il secondo appuntamento di piazza convocato dalle opposizioni contro il governo di Edi Rama. Dopo le dichiarazioni infuocate dei giorni precedenti si temevano disordini: la polizia era vistosamente schierata fin dalle prime ore del giorno.

Ma diversamente da sabato scorso, la protesta è stata pacifica. Forse un peso hanno avuto le aspre condanne dei delegati di Ue e Usa dopo l’escalation di sabato. «Siamo pronti a una battaglia civile, pacifica e democratica per riportare la legittimità democratica nel paese», ha dichiarato Lulzim Basha, leader del Partito democratico.

Nei giorni scorsi tutte le formazioni di minoranza hanno annunciato le dimissioni dall’incarico parlamentare. Ma di fatto sono diversi i nomi di chi ancora non ha formalmente rinunciato al mandato. Bisognerà aspettare per vedere le conseguenze degli ammutinamenti sulla tenuta del fronte anti-governativo. Il premier ieri sera si è rivolto al paese con un messaggio tv dove ha confermato l’intento di portare a termine il mandato.

«Per dare al paese un futuro stabile non possiamo far passare la regola che le opposizioni possano ribaltare i risultati elettorali a tavolino», ha detto Rama. Continuano gli inviti al dialogo dai ranghi diplomatici europei. Ma il clima resta teso e il parlamento si appresta a proseguire i lavori con un gran numero di sedie vuote.