Il ritorno a una major (Warner) dopo anni da ‘indipendente’, un’autobiografia pubblicata sul finire dello scorso anno e ora una raccolta antologica, Io sono dove rivisita dodici tracce della sua carriera, con l’aiuto del produttore Federico Dragogna che ha dato alle canzoni un tocco minimale e acustico, con l’aggiunta di tre inediti.

Per Paola Turci, questo progetto: “E’ stato  un lavoro di scrematura molto meticoloso. Volevo che fossero solo dodici pezzi, perché pensavo potessero essere il giusto numero per raccontare la mia storia, i criteri di scelta sono stati diversi. Il primo è stato sulle mie preferenze personali e poi quelle del pubblico. E poi ho pensato a come rivestirle, togliendo un po’ gli orpelli di certi arrangiamenti anni ’80 francamente datati. Federico suonava la chitarra in uno spettacolo di letture e visioni intorno alla figura di Tondelli passato al Romaeuropafestival. Mi ha molto colpito il suo modo di suonare, sonorità che poi abbiamo utilizzato per il disco, decisamente notturne, ipnotiche. Un gioco che ti permette di lasciare al centro la voce”.

Tra classici del passato più o meno recente (Bambini, Stato di calma apparente, Questione di sguardi) tre nuove tracce, Io sono – che intitola il disco – è scritta a quattro mani da Francesco Bianconi e Pippo Rinaldi (Kaballà): “Pippo lo conosco meno, mentre con Francesco (questo è il terzo pezzo che scrive per lei, ndr) il rapporto dura da tempo, tanto che ora lo chiamo il mio biografo ufficiale”. La canzone parla di Paola, in prima persona, le sue ombre e la sua vita che aveva raccontato in Mi amerò lo stesso (Mondadori), l’autobiografia pubblicata lo scorso anno: “Nel libro non parlo tanto di me in prima persona, quanto le vite che ho vissuto e il mio lato più vulnerabile”.

Le altre due tracce inedite,  Questa non è una canzone e Quante vite viviamo la vedono collaborare con Marcello Murru, autore in proprio di pregevoli album solisti: “Riesco a esprimermi – sottolinea – anche nelle parole di un altro perché mi metto sempre in discussione”.

Il passato ‘politico’ – “non è una novità che mi sono sempre schierata su posizioni di sinistra” – sembra messo in discussione oggi da una (tardiva) scoperta delle fede…:”Non la vedo così, intanto perché più che impegno politico la mia è sempre stata una scelta di ideali, quelli in cui sono cresciuta. Quando ho cominciato a studiare seriamente il cristianesimo, ho capito che erano esattamente gli ideali che inseguivo. Che cos’è la politica se non prestarsi al prossimo, dare al prossimo? E questa è la stessa base cristiana”.

In attesa del tour, le date verranno annunciate a fine mese, Paola Turci presenta il nuovo disco negli store Feltrinelli;  a Bologna (22), e poi Firenze (23), Roma (24), Napoli (27), Verona (28), Padova (29).