Il cinema contemporaneo della Corea del Sud è oramai un fatto consolidato, alla qualità dei suoi autori, dagli ultimi anni del secolo scorso quando di fatto si presentava al pubblico festivaliero internazionale un’onda di nuovi registi e sceneggiatori, si è aggiunto in questo ultimo decennio un livello produttivo che ha pochi rivali. Parallelamente al cinema anche i telefilm prodotti dalla penisola, a partire dai primi anni di questo millennio, hanno cominciato a generare una sorta di passione, in molti casi quasi mania, specialmente negli altri paesi aisatici come Cina, Giappone e Taiwan. Quasi a coronamento di questa fioritura pop sud coreana, un mutamento che naturalmente ha corrisposto anche ad un «risveglio» sociale del paese, naturalmente fra luci ed ombre, è arrivato per ultimo, ma con una forza dirompente, il fenomeno del K-pop. Grazie anche al linguaggio più facilmente esportabile a livello internazionale della musica, in questi ultimi dieci anni i gruppi coreani di musica pop sono diventati per giovani e giovanissimi di tutto il mondo, un modello a cui guardare ed ispirarsi.
Il caso più eclatante, anche temporalmente, è certamente quello dei BTS, il gruppo di sette ragazzi che fin dalla loro formazione nel 2013 ha stabilito un record dopo l’altro, dopo aver conquistato il mercato asiatico, hanno negli ultimi due anni sfondato anche in quello occidentale con l’apparizione nel 2017 all’America Music Award come ciliegina sulla torta. Qual è ed esiste un segreto o un motivo per il quale molti gruppi pop sud coreani sono potuti diventare così dominanti nel mercato discografico e, quel che più conta, nell’immaginario delle nuove generazioni? Come sempre le cause sono molteplici, ma recentemente delle interessanti discussioni in rete hanno portato alla luce uno degli aspetti più illuminanti e cioè quello della visibilità in internet. Se infatti brani e video di molti dei gruppi giapponesi più popolari nel Sol Levante non sono scaricabili o visibili al di fuori dell’arcipelago, solo per paragonare un’industria che è economicamente sullo stesso piano di quella coreana, videoclip, dietro le quinte, musiche e quant’altro di band quali Twice o BTS sono «liberamente» visibili in tutto il mondo ed incoraggiano i giovani appassionati ad un approccio più totale con i loro idoli. Le canzoni ed i videoclip di certo sono una parte fondamentale del successo quindi, ma l’industria discografica coreana sembra aver capito come è il contorno, l’extra, ciò che fa avvicinare i fan di tutto il mondo al loro oggetto del desiderio.