Al di là della questione di sapere se, in generale, gli abitanti del Pianeta «stiano meglio» nel 2014 delle generazioni precedenti in termini di «benessere», è corretto constatare che il mondo è diventato un insieme «unificato» di sistemi globali di dominio, in mano ad egemonie emerse su scala mondiale, potenti come mai in passato. Un mondo di domini alimentati da concezioni e pratiche sociali collettive fondate sul primato dell’ineguaglianza tra gli esseri umani rispetto ai diritti. Lo Stato di diritto, il sistema del Welfare sono stati smontati, disgregati.

I sistemi globali di dominio sono differenti da quelli degli imperi coloniali. L’occupazione militare dell’epoca è piccola cosa nei confronti della potenza militare attuale. Lo stesso vale per il dominio economico. La potenza dell’Union Minière belga sul Congo non è paragonabile allo strapotere esercitato oggi sull’insieme delle risorse naturali di questo Paese da parte dei gruppi finanziari mondiali. E che dire del dominio culturale sull’immaginario, il linguaggio, l’informazione, la comunicazione, dominio fondamentale in tutti i sensi, specie in politica?

L’agenda europea nel «mondo unificato»

Un dato fra i più salienti di questa «unificazione» del mondo attraverso il dominio sta nel fatto che l’agenda politica, in particolare quella economica (e tecnologica), è già fissata , una volta per tutte. «No Alternative» è il postulato di base della potenza dei dominanti. Un postulato , però, che la storia ha dimostrato del tutto infondato. Il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre è riuscito, marzialmente, a rompere il dominio sull’immaginario imposto dal «mondo di Davos» . Purtroppo la grande maggioranza delle Ong e delle forze sociali organizzate ha ceduto, per «realismo», alla potenza dell’agenda politica «senza alternative». Ha tentato così di agire per cambiare «localmente» con la politica dei piccoli passi e la cultura del cambiamento con la “c” minuscola. L’esempio della lotta contro la povertà per la “riduzione del numero dei poveri” è molto eloquente. il punto di partenza è stata l’accettazione dell’idea che la povertà sarebbe un fatto “naturale”, quindi inevitabile. Così, la priorità è stata data alle misure e programmi miranti a correggere comportamenti, mitigare lo stato di miseria, umanizzare le situazioni di esclusione. senza cercare di eliminare i principi ed il funzionamento dei sistemi di dominio e d’ineguaglianza generatori dei fattori strutturali di creazione dell’impoverimento.

Attualmente, l’Unione europea ha un’agenda politica definitiva, fissata negli anni ’70 e ’80 con un suo ordine del giorno preciso. Il deficit di democrazia dell’Unione deriva proprio dall’agenda senza alternativa. Questa agenda è stata centrata su due obiettivi: primo, l’unificazione economica del continente all’insegna dei principi del capitalismo di mercato socialmente «responsabile» (la cosiddetta «economia sociale di mercato», secondo il modello tedesco ); secondo, l’alleanza militare anti Urss tra gli Stati Uniti e l’Europa che vede tuttora l’Europa in stato di subordinazione. Alla base dell’agenda dell’unificazione continentale v’è la teoria ( e le pratiche sociali corrispondenti) del «valore» delle cose secondo la quale: a) il valore di ogni «cosa» (anche dell’essere umano) è definito in funzione del suo contributo alla creazione di valore per il capitale (in particolare, finanziario), b) il valore nasce essenzialmente nel e dal mercato, nello scambio, c) il valore è principalmente prodotto dalle imprese capitalistiche private in competizione fra loro per il dominio, grazie all’innovazione tecnologica.

Alla base dell’agenda dell’alleanza militare nord-atlantica sta la teoria del dominio militare per la difesa della libertà economica (negli ultimi anni, il nemico è diventato il terrorismo, cioé, per i dominanti, qualsiasi forma di opposizione al «mondo unificato»). Negli anni ’50, l’agenda politica europea conteneva altri obiettivi quali «non più guerra fra Francia e Germania».

In questo quadro, l’ordine del giorno dell’agenda europea – è centrato, da un lato, sulle misure che consentono di realizzare l’unificazione capitalistica sempre più asservita agli interessi della finanza (da qui i trattati di stabilità e di crescita, l’indipendenza politica della Banca Centrale Europea, i two e six packs, la direttiva Mifid, il trattato di bilancio). Queste misure non lasciano alcuna alternativa ai poteri pubblici ; – dall’altro, è sempre di più strutturato in funzione del rafforzamento della separazione tra Unione Europea economica senza governo federale politico e sociale robusto e Nato (unione militare integrata e «politica internazionale» concordata con gli Stati Uniti).
Attaccare le basi culturali della politica
Da qui il senso della strategia d’inglobare l’Ucraina nell’Unione come passo in vista della sua integrazione nella Nato e l’importanza fondamentale dei negoziati Ttipe Tisa. L’Europa non è riuscita a diventare «padrona» del proprio divenire. L’esclusione delle spese militari dal vincoli dell’Ue sulle spese pubbliche sociali ne è una dimostrazione lampante.

La sinistra europea, attorno all’euro-gruppo Gue-Ngl, ha una chance di contribuire alla promozione delle idee e delle soluzioni per l’Altra Europa, se cerca soprattutto d’influenzare la definizione delle priorità all’ordine del giorno dell’agenda europea disgregandone i principi di base. Tenuto conto dei rapporti di forza esistenti, la capacità di influenzare le politiche delle cose e del fare è ridotta. Occorre agire sulla politica dei principi, dei valori, del senso dell’economia, dell’innovazione tecnologica, scardinando e deligittimando gli immaginari, i racconti sui valori e sui fini che sono alla base dei sistemi di dominio europei e mondiali. Per quanto tuttora fragile, Il successo delle campagne per il diritto umano all’acqua, contro la mercificazione e la privatizzazione dei servizi idrici, iniziato più di venti anni fa, è dovuto al fatto che esse sono riuscite a spostare il dibattito politico sulle soluzioni su altri principi ed obiettivi «alieni ai dominanti» ma «sentiti dai cittadini».

Oggi la dignità della vita, che come affermava Kant, ha un «valore in sé» assoluto (in opposizione alla sua mercificazione), la ricchezza delle identità plurali, a partire da quelle di genere, il primato degli esseri umani sul denaro e la conseguente sottomissione dei diritti umani al pagamento di un prezzo di mercato, e,infine, la riabilitazione delle rappresentanze e della «politica» (contro «tutto il potere» ai «portatori d’interesse» nel contesto di una «governance» fluida, à la carte) sono cinque concetti e principi alieni ai dominanti europei sui quali costruire i percorsi di azione della «sinistra europea».

Ogni giorno, dobbiamo constatare che la battaglia principale si gioca soprattutto sulle idee e meno sulla gestione delle cose. Altro che fine dell’ideologia! Non essere presente nella gestione delle cose sarebbe un grande errore politico e pratico. Ma se lasciamo determinare dai dominanti i principi e i fini del vivere insieme e quindi l’ordine del giorno delle priorità da seguire quotidianamente, inseguiremo tanti conigli nel mentre i grandi predatori del mondo potranno proseguire senza essere disturbati nella loro caccia.