L’ultima notizia da Portland è, ovviamente, una pessima notizia. In primo luogo, perché c’è una vita distrutta. Non sappiamo ancora il nome della vittima, ma sappiamo che era in strada con altre centinaia di estremisti di destra armati inneggianti a Trump.

Non sappiamo ancora chi l’ha ucciso, la polizia è cauta, ma tutte le fonti danno per scontato che sia uno dei manifestanti che da mesi a Portland sono in strada per rivendicare giustizia e uguaglianza. Se così fosse, sarebbe un omicidio commesso anche in nostro nome, e questa non è una buona notizia.

In tre mesi di proteste a Portland, la «violenza» era consistita (e cito il New York Times) in «finestre rotte, accensione di incendi, lancio di petardi alle forze dell’ordine».

Poi, l’estrema destra – da sempre presente e organizzata a Portland – è scesa in campo spalleggiata dalla polizia e dai federali, e sono cominciati gli spari: «Due settimane fa, dicono le autorità, un manifestante di destra ha sparato due fucilate dalla macchina, ma non sembra che sia stato colpito nessuno. La settimana dopo, gruppi opposti si sono scontrati nelle strade e un video mostra un dimostrante di destra che brandisce un fucile».

Come sempre, l’estrema destra ha Dio e la Patria dalla sua parte. L’uomo ucciso a Portland apparteneva a un gruppo di destra chiamato Patriot Prayer, «che sostiene il Cristianesimo e lo stato minimo».

In pochi giorni dopo che Kyle Rittenhouse ha ammazzato due persone a Kenosha, «un’organizzazione cristiana ha raccolto più di $250.000» per la sua difesa. Domenica scorsa, Trump ha messo un “like” a un tweet che diceva: «Kyle Rittenhouse è un buon esempio delle ragioni per cui ho deciso di votare per Trump». Nel frattempo, Biden si limita a dire che «condanno la violenza da qualunque parte provenga, sia di sinistra che di destra», come se fossero la stessa cosa, avessero la stessa misura, le stesse origini. E come se, prima di entrambe, non ci fosse una quotidiana violenza della polizia che Biden non sembra decidersi a condannare apertamente.

C’è uno scarto terribile fra la chiarezza criminale con cui Trump mobilita i suoi e la genericità ragionevole con cui Biden sembra cercare di rivolgersi a un «centro» sempre più fantasmatico. Rischiamo di pagarla tutti. Sull’omicidio di Portland, potremmo dire quello che disse Malcolm X dopo l’uccisione di Kennedy: «Chickens coming home to roost», a fine giornata tutti i polli tornano a casa. Comprensibile, ma sbaglieremmo, come sbagliava lui.

Non c’è dubbio che, in un paese armato fino ai denti come gli Stati Uniti, una sequenza di aggressioni armate da parte della polizia e della destra era destinata a scontrarsi prima o poi con una risposta dello stesso tipo.

Il problema però è che, in primo luogo, per quanto continuiamo a prendere le distanze da un’ideologia di non-violenza unilaterale, tuttavia Black Lives Matter non è la stessa cosa delle milizie di destra e dei poliziotti assassini, e non c’è semplificazione mediatico-politica sugli «opposti estremismi» che possa cambiare questo fatto. In secondo luogo, perché sono generazioni ormai che, anche in Italia, abbiamo capito che non è con i fucili che vinceremo: gli altri ne avranno sempre più di noi.

Le nostre armi, nonostante tutto, sono altre.