Il Comune di Cisternino, situato nel centro della Valle d’Itria, nota come valle dei trulli, ospita nel suo territorio «I giardini di Pomona» – un conservatorio botanico che abbina la conservazione della biodiversità alla ricerca e alla divulgazione scientifica indirizzata a scuole di ogni ordine e grado, professionisti, amatori e turisti.

Il sito, frutto di un complesso lavoro di accorpamento di proprietà estremamente frazionate, copre 10 ettari circa. In origine principalmente destinato a pascolo, comprendeva un uliveto, un ciliegeto, una pineta e alcuni alberi sparsi di fico e di mandorlo.

Nel corso degli ultimi 14 anni il Conservatorio botanico, condotto in biologico seguendo le buone pratiche agricole, ha messo a dimora oltre mille varietà di fruttifere arboree, per lo più costituite prima del 1950; così il territorio si è arricchito con collezioni di peri, albicocchi, susini, melograni, mandorli, gelsi, cotogni, giuggioli, azzeruoli, sorbi, cornioli e agrumi di varietà storiche italiane oltre che di innumerevoli piante aromatiche e piante rare.

Questa banca genetica vivente nasce dal desiderio/dovere di trasmettere alle generazioni future questa preziosa eredità selezionata nei corso dei millenni da centinaia di generazioni di agricoltori.

Per raggiungere questo scopo sono stati restaurati i muretti a secco, i terrazzamenti, le cisterne preesistenti e gli immobili, rispettando i canoni della tradizione locale, e trasformando la proprietà in un parco-giardino, aperto al pubblico tutto l’anno.
In un’area di macchia mediterranea, che abbiamo lasciato incontaminata, portiamo i visitatori per un primo approccio alla biodiversità selvatica. Qui mostriamo quanto la moderna agricoltura sia un’enorme semplificazione in rapporto alla complessità delle interazioni che avvengono naturalmente tra vegetali e animali vivi e morti.

Il Conservatorio è perfettamente integrato nel paesaggio agrario circostante e la sua ricchezza si svela nella diversità di ciascuna delle essenze vegetali ospitate che diventano gli attori assoluti e il principale elemento di arredo, fatta eccezione per le targhette in ferro con i nomi botanici delle piante coltivate.

Nel cuore del Conservatorio è stato piantato il Kaki di Nagasaki, simbolo della pace nel mondo (www.kakitreeproject.com).

L’albero è circondato da un labirinto di 596 piantine di lavanda a simboleggiare il lungo e necessario cammino per raggiungere la pace.

Per rendere sostenibile il progetto di conservazione si è deciso di riqualificare gli immobili ad uso agricolo in strutture di ricezione, ospitalità e laboratorio di trasformazione.

Le attività della masseria didattica, le visite guidate alle collezioni (4000 visitatori l’anno di cui un terzo stranieri), la vendita dei prodotti agricoli di qualità trasformati in modo artigianale, i corsi di approfondimento su tecniche agronomiche e di trasformazione, l’ospitalità di altri operatori culturali e discipline olistiche per workshop e convegni e l’agriturismo forniscono parte delle entrate necessarie al sostentamento del progetto.

Altra forma di autofinanziamento sono i proventi derivati da una linea cosmetica al fico costituita da nove prodotti di bellezza e da una linea salute che comprende due gemmoderivati di fico integratori alimentari che coadiuvano alla protezione dello stomaco e dell’intestino

Le proposte culturali quali le mostre pomologiche, i laboratori teorico-pratici, le visite guidate personalizzate e multilingue si distinguono per uno spiccato approccio multidisciplinare (botanica, storia, arte, architettura, ecc.)
Presso questo parco agricolo sono disponibili per la consultazione numerose pubblicazioni tra cui pregiati volumi storici ed artistici sulle tematiche inerenti la botanica, biodiversità, tecniche di agricoltura naturale ecc.

Il Conservatorio botanico collabora con Università e centri di ricerca nazionali ed internazionali, ospita progetti Erasmus + e Informagiovani con campi di lavoro internazionali, usufruisce del Servizio Civile nazionale, attua l’alternanza Scuola-Lavoro e intrattiene rapporti con altre associazioni di volontariato.

Dall’urgenza di affrontare le problematiche sempre più pressanti relative alla penuria d’acqua ed impoverimento dei suoli scaturisce lo sviluppo, negli ultimi anni, di un progetto partecipato con la rete dei permacultori. Nasce così la realizzazione in via sperimentale di una foresta alimentare in aridocultura delle essenze mediterranee: tecniche di rigenerazione dei suoli e di conservazione dell’acqua si fondono con la conservazione della biodiversità agraria.

Il fico, pianta strategica per l’alimentazione futura delle aree a clima mediterraneo, rappresenta il fulcro della ricerca del Conservatorio, ove sono coltivate 600 varietà, che costituiscono una delle più importanti collezioni al mondo della specie Ficus carica.

La scelta di questa pianta è dovuta al suo alto valore energetico e nutraceutico, alla sua buona resistenza a condizioni pedoclimatiche diverse e alle malattie, alla rapida entrata in fruttificazione, alla generosa produzione, anche doppia nelle varietà bifere, alle sue molteplici possibilità di utilizzo nei settori della gastronomia, salute e cosmesi.