Nella notte, a guidare la narrativa di questo folle momento storico americano, sono le piazze. «Non possiamo delegare tutto ai politici, ai burocrati – dice Daisy, 21 anni studentessa – Da newyorchese, anche se sono giovane, sono abituata a fare manifestazioni, sono cresciuta con Trump presidente. Ho capito che se le persone non alzano la voce niente cambia da solo».

Le manifestazioni anti Trump di questi giorni sono spontanee e confluiscono nell’ambito di Protect the Results, una coalizione di oltre 165 organizzazioni di base, gruppi di difesa e sindacati. Il gruppo è guidato dai gruppi di attivisti Indivisible e Stand Up America.

«Faccio parte di Stand Up America da molto tempo – spiega Ken, 52 anni, nato e cresciuto a Manhattan – quest’anno abbiamo aiutato gli elettori concentrandoci su quelli più colpiti dalle barriere del razzismo sistematico della società Usa, e lavorando per facilitare il voto negli stati chiave.

Dobbiamo mobilitarci come mai prima d’ora per fermare gli attacchi di Trump alla nostra democrazia e poi attuare un vero cambiamento progressista. Come si può vedere tutto questo non piace alla polizia, specialmente a quella di New York che ha dato il suo endorsement a Trump, e De Blasio non fa niente per fermarla. Zero».La polizia di New York si è scagliata nuovamente contro i manifestanti per la seconda notte consecutiva, arrestando almeno una dozzina di persone durante una manifestazione pacifica iniziata fuori dallo Stonewall Inn, punto di riferimento globale della comunità LGBTQ, dove si stava svolgendo una protesta chiamata «We Choose Freedom», «abbiamo scelto la libertà».

Non è chiaro cosa abbia portato agli arresti all’evento, dove si mescolavano bandiere arcobaleno con quelle Black Lives Matter per sostenere i diritti dei transgender e in particolare delle donne transgender afroamericane. «Mi sembrava di essere nei filmati di repertorio degli anni ’60 – continua Ken – Quando ho visto questa donna transgender essere arrestata e trascinata via brutalmente dalla polizia, proprio di fronte al luogo dove 50 anni è nato il pride, anche grazie alla resistenza di una donna transgender, Silvia Rivera, mi sono sentito furioso. 50 anni fa durante la rivolta dello Stonewall i poliziotti sono finiti in ospedale, forse non se lo ricordano più».

La polizia è stata ripresa da più telefonini mentre strattonava i manifestanti, i giornalisti e un difensore pubblico della città, Jumaane Williams. Williams ha raccontato su Twitter che la polizia stava cercando in modo aggressivo di sgomberare la strada e sembrava che fossero organizzati per fare arresti di massa.

«Siamo intervenuti per cercare di ridurre l’escalation e prevenirla», ha spiegato Williams.
La polizia ha effettuato 25 arresti e 32 fermi spesso per ragioni davvero flebili, come quella di Devina, 24 anni, accusata di aver sputato in direzione di un agente. Davina ha raccontato che la polizia ha istigato il confronto: stava camminando sulla 7th Avenue quando un ufficiale dello Strategic Response Group l’ha sbattuta giù dalla sua bicicletta, facendola cadere a terra. Dopo aver imprecato e sputato verso di loro, la polizia le ha rotto un braccio nel corso dell’arresto.
Dopo aver lamentato dei dolori, è stata trasferita in un ospedale, e lì ha saputo di avere un braccio rotto ed è stata ingessata.

«Siamo lontani dal rispetto e dalla tutela ai cittadini che la polizia dovrebbe garantire – dice Sean, 36 anni – La gente non lascerà le strade, c’è bisogno di far sapere a questo presidente che il suo regno si è concluso. La polizia è furiosa tanto quanto lui, si sentivano protetti da Trump, e ora temono Biden. Ti rendi conto? Temono un signore quasi 80enne che più moderato di così non potrebbe essere, che parla poco e piano e di cui non si ricordano imprese particolarmente epiche contro il sistema. Un uomo di partito vecchio stampo. Sono dei codardi»

«Le mobilitazioni non finiranno – chiarisce Stacy, 38 anni di Bedstuy, un quartiere di Brooklyn tradizionalmente considerato problematico – dobbiamo accompagnare quel tipo fuori la Casa Bianca e se non si sono fermare in 4 anni, durante una pandemia, non finiranno ora. Ieri sera in east village, c’erano letteralmente più poliziotti che manifestanti ad occupare una piazza che dovrebbe essere dei cittadini. Allora chi è che crea disordini e non rispetta le leggi? Arrivano in tenuta antisommossa ad una manifestazione pacifica, iniziano a strattonare u manifestanti e chi non si lascia brutalizzare viene arrestato. La chiamiamo ancora democrazia?»