La polizia di Colonia non è andata per il sottile nel raccogliere le denunce delle donne molestate la notte di Capodanno 2016. Forse perché pressati dal numero di denunce, o perché la descrizione dei fatti era ripetitiva, sono andati giù piatti con le parole, come viene viene. Il risultato è di una crudezza straniante.

«Ore o:oo: vittima infastidita da gruppo di persone. Lei e la madre sono state palpeggiate, una persona ha cercato di baciarle mentre un complice rubava il portafoglio dalla borsa. Rubato il portafoglio con diverse carte di credito. Ore 0:30, vittima maschile e femminile: gruppo di 20 uomini nordafricani bloccavano le vittime e infilavano mani nei pantaloni. Alla fine rubavano portafoglio. Ore 0:50, piazza Duomo: più donne vittime. A tutte hanno cercato di infilare dita nella vagina, non riuscito grazie a collant. A tutte sono stati palpati seni e sedere. Una vittima è stata penetrata con un dito. Alle donne sono stati rubati soldi, documenti, iPhone e carte di credito. Ore 01:30, Breslauer Platz: infilata mano nel pantalone, palpeggiato sedere. Messa mano nella borsa, rubato telefonino e toccata dappertutto. Telefonino via. Ore 3:40, piazza del Duomo: gruppo di 20 uomini nordafricani ha infilato mani nel pantalone davanti. In seguito rubato portafoglio. Furto: contanti e portafoglio. Ore 4:15, piazza della stazione: l’accusato ha palpeggiato più volte tra le gambe».

Il linguaggio asciutto e crudo dei verbali rimanda perfettamente la violenza e il sopruso della situazione. Mani che si infilano con forza nelle mutande, palpano seni, strizzano glutei. Warum? Bellissima parlata tedesca che vuol dire: Perché? Non per divertirsi, perché il divertimento vero fa stare bene, ha qualcosa di dolce. Non per conoscere, è ovvio. Allora per umiliare, marchiare, e quindi decretare un potere. E poi, che uomo è uno che fa così? Che idea ha della relazione? E del rapporto fra i corpi? Come pensa e fa all’amore? Come guarda e tocca la compagna, la fidanzata, la moglie?

Nel commentare i fatti di Colonia c’è chi ha evocato lo scontro di civiltà, ma sarebbe come dire che da noi tutti sono bravi, mentre altrove no. Quello che ha mosso gli aggressori di Colonia, e delle altre città tedesche protagoniste di quel brutto Capodanno, è la stessa cosa che muove qualunque europeo, americano, asiatico, africano o australiano che concepisce relazioni solo di potere, un potere che passa e timbra, domina, comanda, prende e usa, usa e getta.

Dietro quei palpeggiamenti pesanti non c’è uno scontro di civiltà, ma una cultura pesante e greve, ottusa, non abituata al confronto, e forse non fa male pensare a come eravamo noi fino all’altro ieri. Basterebbe ricordarsi che fino a 30 anni fa in Italia era ancora in vigore l’articolo 587 del codice Rocco che scontava i delitti d’onore di un terzo della pena e che faceva cadere un’accusa di stupro se interveniva il «matrimonio riparatore». E che ce n’era un altro, il 551, che puniva l’adulterio della moglie, ma non quello del marito. E che tutto ciò fu abrogato per legge solo nel 1981. Ci sono voluti il femminismo, il referendum sul divorzio (1974), la riforma del diritto di famiglia (1975), la legge sull’aborto (1978) e il referendum che la approvò (1981) per cambiare le menti e le cose, e c’è ancora tanta strada da fare.

Ora, gli aggressori di Colonia sono odiosi, ma il nostro ombelico non è poi così immacolato. E comunque, non si sono mai viste delle donne girare in branco per strada a infilare le mani nella patta dei maschi che passano. È che a noi quella cosa lì di sfrucugliare nelle mutande di uno sconosciuto non piace tanto. Metti che non si è fatto il bidet.

mariangela.​mianiti@​gmail.​com