Chi mi sa dire come si chiamano queste cose che stiamo facendo?
«Quelle sul quaderno? Sono… Sono dei segreti». «Sono delle righe, però è difficile fare le righe dritte».
«Per fare le righe dritte devi tenere la mano ferma, non devi tremare». «Per fare le linee dritte bisogna andare piano. Se invece vai forte, dopo ti sbagli». «Perché sul quaderno c’è la riga, ci sono i quadretti. Allora tu, con la punta della matita, devi andare sopra alla riga che c’è sul quaderno però… però per me è un po’ difficile perché la mano mi copre la riga del quaderno».

«Le righe del quaderno sono drittissime, invece quelle che faccio io…. Anche quelle sono dritte, ma un po’ meno». «Io sono bravo».
«Per me io sono abbastanza bravo a fare queste linee».
«Anche io, per me, sono brava, perché a me piace disegnare». «Poi bisogna avere la punta della matita bella dritta, per fare bene le righe».
«Bisogna andarci sopra». «Posso andare a fare la punta alla matita, maestro?» «Questa è la matita? O è questa?» «Non sai quale è la matita?» «Sì, è questa.

Volevo sapere se eri tu che non lo sapevi».
«Io posso usare il righello per farle dritte? No? Perché? perché vuoi vedere se… Vuoi vedere se le facciamo dritte senza righello?»
«Se vai troppo forte, esci dalla riga. Ti viene una riga molle». «È storta, se sbagli». «Non è facile, però».

Abbiamo fatto due tipi di righe. Guardiamo chi di voi si ricorda come si chiamano.
Vi ricordate che prime ve l’ho detto? «Io no, non mi ricordo». «A me sembra che questa è una e questa è l’altra, ma non mi ricordo il loro nome».
«Anche io le so fare, ma non so come si chiamano, me lo sono dimenticato».
«Io so che è un nome difficile. Sono due nomi difficili».«Io so che una è la linea che è dall’alto al basso». «Be’, però può essere anche dal basso all’alto». «Sì, è sempre la stessa, ma deve essere dritta».
«È un vertice?» «No, è un triangolo?»

Si chiama verticale, ricordate? E l’altra?
«L’altra è quella del sole. Quando hai detto che il braccio era così, non così. E dopo ci spuntava fuori il sole».
«È quella dall’altra parte». «Si ma come si chiama?»
«Orizzonte». «Ah, mi ricordo: riga orizzontale. Sì, riga verticale e riga orizzontale». «Io preferisco fare quella dall’alto al basso. È più facile farla dritta. Invece l’altra mi viene storta. Non so perché». «Anche io». «Secondo me sono difficili tutte e due».
«No, sono facili da fare». «A me piace fare queste righe. Mi piace».
«Anche a me. Perché sono belle». «Però devi farle bene, non male». «Devono essere tutte uguali ma è difficile farle tutte uguali perché sono tutte diverse».
«Io se sbaglio a farle uso la gomma, cancello e dopo la rifaccio». «Anche a me sembrano più belle quelle del sole». «Però il sole è rotondo».
«Cosa vuol dire?» «A me piace più quando c’è il sole invece della pioggia». «Io oggi ho portato a scuola l’ombrello e mi volava via da solo». «Era il vento. Perché il vento è forte e anche invisibile».

«Anche a me sembra che quelle orizzontali sono più difficili da fare perché la mano non si volta». «Perchè tu la devi voltare». «Io ho voltato il quaderno così è più facile fare sia quelle di prima sia quelle di adesso». «Per me le mie righe sono abbastanza». «Io ne ho fatte tantissime. Ne devo fare ancora?» «Tu hai già finito? Io no». «Però non bisogna farle in fretta, vero maestro?» «Sai che la mia gomma è profumata?»

«Poi quelle che non sono dritte, hai detto che si chiamano oblique». Stop, bambini. Mi dite perché secondo voi stiamo facendo queste linee?
«Per disegnare». «Per me… Per me per fare esercizio». «Per imparare». «Per fare qualcosa». «Per fare… Io lo so… Per fare.. perché dopo facciamo le lettere».
«È vero, perché dopo le lettere sono… perché dopo le letterine dell’alfabeto si fanno con questi segni dritti. Quando facciamo le letterine, maestro?»