Nel 1992 chi scrive era una tipica teenager della Generazione X: si ascoltavano i Nirvana, si venerava Courtney Love, si indossavano le Dr. Martens con abitini-sottoveste, si leggeva Douglas Coupland e si guardavano film come Clerks (di Kevin Smith), Giovani, carini e disoccupati (di Ben Stiller) e Singles (di Cameron Crowe).

Il Vhs di Singles era quasi consumato. Non che fosse un capolavoro, intendiamoci. Si trattava anzi di una commedia romantica abbastanza insignificante, incentrata sulle vicende di un gruppetto di amici ventenni di Seattle, interpretata tra gli altri da Bridget Fonda, Matt Dillon, Kyra Sedgwick e Campbell Scott. Il motivo per cui ebbe un certo successo, e per cui molti, compresa la sottoscritta, lo ricordano ancora con affetto, è che in Singles appare l’aristocrazia della scena grunge dell’epoca: Eddie Vedder, Jeff Ament, Stone Gossard, Bruce Pavitt, Chris Cornell, gli Alice in Chains, Tad Doyle (Tad) e così via, fino alla star locale di stage diving.

Singles era pronto da prima del boom mondiale di Nirvana & Co., ma per colpa di ottusi dirigenti cinematografici che non avevano idea di come lanciarlo sul mercato la sua uscita fu rimandata all’autunno del 1992. Nel frattempo, tre mesi prima (il 30 giugno del 1992), uscì la colonna sonora, la quale diventò un best seller incredibile.

Seattle mania

La Seattle-mania aveva già contagiato mezzo mondo: Smells Like Teen Spirit era diventata alla fine del 1991 un hit stratosferico, tanto che dovette essere esclusa dalla colonna sonora del film di Crowe (il costo per i diritti d’autore era troppo alto, ora). C’erano in compenso gran parte delle altre band chiave della scena di Seattle: Alice in Chains, Pearl Jam, Soundgarden, Mudhoney, Mother Love Bone, gli Screaming Tree di Mark Lanegan (oltre agli Smashing Pumpkins di Chicago).

Ma c’è di più: come si diceva prima, alcuni dei musicisti citati compaiono nel film stesso. I Pearl Jam (Eddie Vedder, Jeff Ament e Stone Gossard, che quando hanno girato il film erano ancora conosciuti come Mookie Blaylock) interpretano la parte dei Citizen Dick, la band di Cliff Poncier (Matt Dillon). Singles pullula di citazioni musicali: in una scena Cliff indossa una t-shirt dei Green River, band influente di Seattle in cui suonavano Stone Gossard e Jeff Ament (gran parte degli abiti che Dillon indossa nel film appartenevano ad Ament). Un’altra citazione che gli appassionati di musica grunge avranno colto al volo: il titolo dell’album dei Citizen Dick Touch Me, I’m Dick è una parodia del brano dei Mudhoney Touch Me, I’m Sick, uno dei primi singoli ad attrarre l’attenzione mondiale verso il sound di Seattle. Poi c’è Chris Cornell (Soundgarden/ Audioslave), che appare in due scene: prima da solo, quando Cliff fa sentire a Janet (Bridget Fonda) il nuovo stereo dell’auto; in seguito lo vediamo in azione con la sua band (suonano Birth Ritual).

Quando era sul set, Cornell vide una lista di titoli di brani dei Citizen Dick completamente inventati da Ament, e decise di scrivere una canzone vera per ogni titolo. Uno di questi brani è Seasons, che compare nella colonna sonora del film. Un altro è Spoonman che diventerà uno dei più grossi hit dei Soundgarden nel 1994, e che si può sentire in una versione demo in una scena del film. Gli Alice in Chains interpretano la parte di una squallida band da pub. È durante il loro concerto che due dei protagonisti, Linda (Kyra Sedgwick) e Steve (Campbell Scott), si incontrano per la prima volta. Suonano i brani It Ain’t like that e Would?, che sarà il loro successo più grande e tra i cinque brani finalisti del premio Mtv Movie Award for Best Movie Song nel 1993 (battuto da I Will Always Love You di Whitney Houston).

Queste le partecipazioni più eclatanti, e le più facili da riconoscere. Ma in Singles ci sono anche dei camei brevissimi e delle citazioni più oscure, che soltanto i più attenti e informati appassionati di grunge avranno riconosciuto. Bruce Pavitt, niente di meno che il fondatore della Sub Pop Records (Nirvana, Soundgarden, Mudhoney, Tad), interpreta Bruce, uno dei tipi che rispondono al video-annuncio romantico di Deb, uno dei personaggi del film. Mentre Tad Doyle, il massiccio cantante dei Tad, è il tipo che risponde al telefono quando Janet, credendo di aver chiamato Cliff, fa la sexy. Ma ha sbagliato numero, e invece di Matt Dillon trova Tad Doyle. Mark Arm (vocalist dei Mudhoney) e il regista Gus Van Sant si vedono brevemente mentre portano via i mobili di Steve alla fine del film.

Anche se non sono musicisti, meritano una citazione almeno le apparizioni di Tim Burton (un cameo raro) e dello stesso Cameron Crowe che fa la parte di un giornalista rock (ed è proprio come giornalista di Rolling Stone che Crowe ha iniziato la sua carriera).

Se l’inclusione di una canzone nella colonna sonora di un film (soprattutto se è un film di successo) è un affarone per una band, ancora più ambito è apparire come band nel film stesso. I musicisti rock che hanno recitato in qualche pellicola, con risultati alterni, sono numerosissimi. Alcuni possono di fatto essere considerati musicisti-attori, come David Bowie, o attori-musicisti, come Juliette Lewis. Qui non parleremo di loro, ma di band o musicisti rock (indie/alternative) che, nel ruolo di sé stessi, di una band immaginaria, o altro, sono apparsi più o meno fugacemente sul grande schermo (non in film o serie tv).

Anni Novanta

Rimaniamo negli anni Novanta e in ambito grunge (che, se non ve ne siete accorti, sono già oggetto di revival da diverse stagioni). Chi se non le L7 poteva interpretare la parte della band punk fittizia Camel Lips in Serial Mom («La signora ammazzatutti») di John Waters (1994)? Kitsch quasi quanto il loro amato Waters, le losangeline L7 si mostrano sul palco in pantaloni super aderenti che evidenziano quelle «labbra di cammello» (o camel toe) che hanno ispirato il loro nome. Tipiche L7: nessuna come loro ha schiaffeggiato l’idea di femminilità convenzionale con tanta ironia. Eppure Donita Sparks, la chitarrista della band, ha dichiarato: «Non pensavo di essere abbastanza freak da poter mai essere presente in un film di John Waters». L’anno prima le L7 erano apparse in Point of no Return (anche questo con Bridget Fonda. A proposito, che fine ha fatto?). Hanno inoltre partecipato a numerose colonne sonore, tra cui quella, famosissima, di Assassini Nati. Negli anni ’90: il «rock alternativo» dominava le radio, i club, perfino la tv e il cinema, e le band femminili erano la scoperta dell’acqua calda dei media. Ecco quindi che perfino le sfortunate e ruvide 7 Year Bitch (anche loro di Seattle, anche loro grunge. La loro prima chitarrista fu trovata morta poco dopo l’uscita del loro album di debutto Sick’em, nel 1992) ebbero il loro momento hollywoodiano.

Nel 1995 partecipano al teen drama di Antonia Bird Mad Love, con Drew Barrymore e Chris O’Donnell. Altro filmetto irrilevante ambientato, ovviamente, a Seattle, e accompagnato da un’altra bella colonna sonora con Nirvana, Luscious Jackson, 7 Year Bitch, Elastica. Drew Barrymore all’epoca era una delle icone della Generazione X, un po’ figlia dei fiori con le margherite in testa (un trend, quello delle margherite, che inspiegabilmente ha ossessionato le ragazze della generazione di chi scrive), un po’ punk girl selvaggia, amica di Courtney Love (poi madrina di Frances Bean Cobain) e fidanzata di Eric Erlandson (Hole). In Mad Love Drew è Casey, una teenager con seri problemi psichiatrici (i teenager con problemi psichiatrici erano ovunque negli anni ’90) che trova conforto nella musica punk. Una della scene migliori del film è quando Casey va in un club a vedere il concerto delle 7 Year Bitch, la sua band riot grrrl preferita: la ragazza è colta da vera estasi rock’n’roll mentre la band suona la graffiante The Scratch.

L’ora di Althea

A proposito di Courtney Love: non appare in questa lista perché la consideriamo (quasi) un’attrice, non tanto per le numerose partecipazioni cinematografiche (Dritti all’inferno, Sid e Nancy, Basquiat, Man on the Moon, 24 ore), ma perché almeno in un’occasione ha dimostrato di avere il potenziale di una vera artista del grande schermo. Ci riferiamo alla sua intensa interpretazione di Althea, la moglie di Larry Flynt in Larry Flynt – Oltre lo scandalo (1996), ruolo grazie al quale ha addirittura guadagnato una nomination ai Golden Globe come Miglior Attrice.

Nel 1999 un’altra riot grrrl viene interpretata sul grande schermo, questa volta da Julia Stiles nel teen movie 10 cose che odio di te (di Gil Junger), una versione moderna de La bisbetica domata. Kat Stratford (la bisbetica) è una femminista orgogliosa e decisamente poco socievole. Ascolta band della scena riot grrrl come le Bikini Kill e ovviamente legge i libri di Sylvia Plath (quale riot grrrl non aveva una copia de La campana di vetro tra una fanzine delle Bikini Kill e The Beauty Myth di Naomi Wolf?). È refrattaria agli appuntamenti romantici perché, si sa, le femministe odiano gli uomini (il film purtroppo abbonda di cliché). Quando infine il suo spasimante Patrick Verona (interpretato da Heath Ledger) la convince ad andare con lui al ballo studentesco, Kat scopre che il ragazzo ha chiamato a suonare i Letters To Cleo, band alternative rock di Boston con voce femminile che lei adora (e perché non le Bikini Kill o qualche band femminile un po’ più politicizzata?), e che nessun altro a scuola conosce. L’altra band che suona alla festa scolastica di 10 cose che odio di te sono il gruppo ska californiano Save Ferris. Ancora una band ska e ancora uno stupido cult movie per le teenager degli anni ’90: i Mighty Mighty Bosstones appaiono (e suonano ben due brani) in Clueless, film del 1995 con Alicia Silverstone nella parte dell’indimenticabile Cher.

Trecce e surf

I Red Hot Chili Peppers non sono ancora delle superstar (l’album della svolta, Blood Sugar Sex Magik, uscirà alla fine dell’anno) quando, nel 1991, un Anthony Kiedis surfista con treccine appare in una breve scena del film d’azione Point Break di Kathryn Bigelow (con Patrick Swayze e Keanu Reeves). Non è la sua sola partecipazione cinematografica: potete vederlo anche in F.i.s.t.-Al di là di tutti i limiti (qui c’è anche Flea), e Sesso e fuga con l’ostaggio. In quest’ultimo recita anche Henry Rollins, di cui non parleremo in questa sede in quanto musicista-attore a tutti gli effetti (oltre che scrittore, conduttore, attivista e tanto altro). Mentre Flea (bassista dei Red Hot Chili Pepper) ha recitato anche nel cult movie Il Grande Lebowski (in cui appare anche Aimee Mann), Paura e Delirio a Las Vegas, Suburbia (di Penelope Spheeris), Mamma, ho trovato un fidanzato, Ritorno al Futuro 2/3 e Belli e Dannati di Gus Van Sant.

E parlando di Gus, è doverosa una citazione del suo Last Days, film del 2005 ispirato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain. Ambientato a Seattle, con Michael Pitt nel ruolo del protagonista, e partecipazioni di Asia Argento, e di Kim Gordon (Sonic Youth) nel ruolo di una discografica. La mitica bassista newyorchese ha preso parte a un numero consistente di serie tv (da Una mamma per amica a Gossip Girl, da Girls a Portlandia), ma è apparsa in pochi film. Pochi ma buoni. A parte Last Days, si può vedere in Io non sono qui (2007) di Todd Haynes, film su Bob Dylan in cui Kim interpreta il ruolo di Carla Hendricks; nel thriller Boarding Gate (2007) di Olivier Assayas con Asia Argento; e nel mystery tedesco Der Nachtmahr (2014), diretto da Akiz Ikon.

Nel lontano 1989 ha partecipato a Weatherman ’69 dell’amico Raymond Pettibon, figura di culto dell’underground punk di LA. Più un video casalingo low-fi che un film, Weatherman ’69 parla dei The Weather Underground, gruppo di militanti della sinistra radicale statunitense. Nel film appaiono anche altri musicisti, tra i quali Thurston Moore (Sonic Youth) e Mike Watt (Minutemen).

Carrie Brownstein e Corin Tucker delle Sleater-Kinney appaiono nel film drammatico Some Days Are Better than Others (2010) di Matt McCormick, rispettivamente nei ruoli di Katrina e come comparsa in un negozio di alimentari. E ovviamente in Portlandia, serie tv Usa di cui la Brownstein è co-autrice. Gwen Stefani (No Doubt) ha un piccolo cameo nel divertentissimo Zoolander di e con Ben Stiller (2001), ed interpreta la bomba platino Jean Harlow in The Aviator (2004). I personaggi famosi che compaiono in Zoolander sono tantissimi: tra i musicisti ricordiamo Gavin Rossdale (dei Bush; marito della Stefani), Lenny Kravitz, Fred Durst (Limp Bizkit), la bellissima Theo Kogan (Lunachicks) e, naturalmente, David Bowie. La Kogan è apparsa in diverse serie tv (Law & Order, Squadra Emergenza) e film (Tadpole, Falling Awake), spesso nel ruolo di barista o frequentatrice di club, un ruolo perfetto per la leader delle festaiole Lunachicks.

Jack White (White Stripes), a parte in Coffee and Cigarettes (2003) di Jim Jarmusch (in cui appaiono anche Iggy Pop, Tom Waits, Meg White), ha recitato nel ruolo di Georgia in Ritorno a Cold Mountain (2003) con Jude Law and Nicole Kidman, e ha interpretato niente di meno che il re del rock Elvis in Walk Hard – La storia di Dewey Cox (2007). In Walk Hard appare anche Eddie Vedder, nel più modesto ruolo di sé stesso.

Marilyn Manson è una porno star in Strade perdute di David Lynch (1997), la drag queen Christina in Party Monster, Jackson in Ingannevole è il cuore più di ogni cosa di Asia Argento (2004), e un barista ne La setta delle tenebre. Niente di imprevedibile, insomma. In Ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa troviamo anche Lydia Lunch, regina dell’underground newyorkese, nota soprattutto per le sue interpretazioni hard in diversi cortometraggi di Richard Kern (ma nel 2011 appare anche, come chanteuse, nella pellicola francese Bye Bye Blondie, diretta da Virginie Despentes, con Emmanuelle Béart e Béatrice Dalle).

Se Singles era il film manifesto della Generazione X Usa e della musica grunge, Tutti giù per terra, pellicola di Davide Ferrario del 1997 (tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Culicchia) ne è un po’ il fratellino italiano. Valerio Mastrandrea è Walter (un ruolo inizialmente pensato per Samuele Bersani), un tipico esemplare della Generazione X: apatico, disoccupato, senza voglia di studiare né di lavorare, romantico ma anche cinico.

Se loro avevano i Pearl Jam, in Tutti giù per terra noi abbiamo Mara Redeghieri (Üstmamò) e il Consorzio Suonatori Indipendenti al completo, nel ruolo di una bizzarra commissione d’esame. I Csi curano anche la colonna sonora, a cui partecipano gran parte delle band che all’epoca ronzano intorno al Consorzio Produttori Indipendenti: Csi, Marlene Kuntz, Üstmamò, Umberto Palazzo e Il Santo Niente, Disciplinatha ecc. Fondamentale quasi quanto la colonna sonora di Singles nel fotografare il meglio del rock anni ’90, in questo caso italiano. Ricordiamoci che nel 1997 i Csi non erano un gruppetto cult underground: il loro Tabula Rasa Elettrificata era schizzato dritto al primo posto della classifica italiana. Del romanzo (del 1994) è da poco uscito il seguito Tutti giù per terra remix, ambientato vent’anni dopo, ovvero nella Torino di oggi.

Numerosi sono i camei musicali in Paz! di Renato De Maria (2002): Roberto Freak Antoni è un bidello (Freak appare anche in Jack Frusciante è uscito dal gruppo), poi Francesco Di Gesù (che conosciamo come Frankie Hi Energy), Gianpietro Huber (Gaznevada) e, di nuovo, Giovanni Lindo Ferretti. Frankie ha recitato anche in Boris e in I più grandi di tutti, film un po’ insulso di Carlo Virzì, fratello di Paolo e cantante/chitarrista degli Snaporaz (attivi tra il 1995 e il 2003 e noti più che altro per le colonne sonore dei film di Paolo, come Ovosodo e Baci e abbracci, al quale pure partecipano nel ruolo di una rock band).

Facciamo gli Area

E ancora per quanto riguarda l’Italia: ne I Primi della lista Pierpaolo Capovilla (One Dimensional Man/Il Teatro degli Orrori) è un barista, in Fuga dal Call Center si vedono i Tre allegri ragazzi morti che suonano dal vivo, gli Afterhours diventano gli Area in Lavorare con lentezza di Guido Chiesa (2004), Carmen Consoli compare in un cameo nell’insopportabile L’ultimo bacio (2000), come una delle tante fiamme di Alberto (Marco Cocci). Gli Scisma, grande gruppo scioltosi nel 2002 per «troppo amore», sono apparsi nel film Poliziotti di Giulio Base (1995), con Claudio Amendola, Kim Rossi Stuart, Michele Placido, Stefania Rocca.

Omar Pedrini (Timoria) ha «recitato» ne Il figlio più piccolo (2010) di Pupi Avati, mentre in Un Aldo Qualunque (2002) di Dario Migliardi era un prete hippie. E se Marco Cocci (Malfunk) dopo l’esordio come Tommaso in Ovosodo (1997) ha intrapreso una carriera cinematografica che gli ha sicuramente portato più popolarità della parallela carriera musicale (vedi i vari L’ultimo bacio, Baciami ancora ecc), Max Gazzé si è trovato talmente bene sul set di Basilicata Coast to Coast, road movie del 2010 di Rocco Papaleo con Alessandro Gassman e Giovanna Mezzogiorno (non un cameo quello di Max, ma un ruolo da co-protagonista) che lo ritroviamo, oggi, nella parte di Manuel Ginori ne l’Incompresa di Asia Argento, con la quale ha avuto una breve e turbolenta relazione.

Cristiano Godano (Marlene Kuntz) appare nel musical ambientato in prigione Tutta colpa di Giuda (2009) di Davide Ferrario. Interpreta la parte di Cristiano, attore e fidanzato di una regista teatrale d’avanguardia, Irena Mirkovic (interpretata da Kasia Smutniak). Certamente ci sarebbero da citare ancora decine e decine di film e musicisti, per ragioni di spazio ci limitiamo a una piccola lista di titoli e rispettivi camei musicali: Harry Potter e il calice di fuoco (i Radiohead e Jarvis Cocker dei Pulp); Miriam si sveglia a mezzanotte (Bauhaus); Doom Generation (Perry Farrel, Skinny Puppy); Thrashin’ – Corsa al massacro (Red Hot Chili Peppers); Alta Fedeltà (Jeff Parker dei Tortoise e naturalmente Bruce Springsteen); L’alba dei morti dementi (Coldplay); Re per una notte (The Clash); Diritti all’inferno (Joe Strummer e Courtney Love); The Flintstones (B-52’s); Il cielo sopra Berlino (Nick Cave and the Bad Seeds, compresi Mick Harvey e Blixa Bargeld, e Rowland Howard); Copkiller (John Lydon/Rotten); Face (Damon Albarn); Almost Famous (Mark Kozelek, Peter Frampton); My Blueberry Nights («Un bacio romantico», con Cat Power e Norah Jones); Repo Man (Circle Jerks); Giovani Diavoli (Offspring); Dogma (Alanis Morrissett); The Wedding Singer (Billy Idol); Così lontano, così vicino (Lou Reed); Across the Universe (Bono).