Dopo 14 anni finalmente i circa 100mila lavoratori della sanità privata hanno ottenuto il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. L’estenuante attesa è finita ieri quando le assemblee di Aris (associazione religiosa istituti socio-sanitari) e soprattutto Aiop (associazione italiana ospedalità privata) hanno sottoscritto la pre-intesa bloccata invece a giugno. L’impegno alla ratifica era stato preso dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi (ieri silente) nell’incontro con Cgil, Cisl e Uil del 7 settembre ma i lavoratori non gli avevano creduto, scioperando per l’ennesima volta il 16 settembre. All’assemblea dell’Aiop ieri ha partecipato anche il ministro della Salute Roberto Speranza: «Finalmente si è sbloccato il contratto, si apre una nuova stagione di investimenti. Nel Servizio sanitario nazionale le persone sono sempre la risorsa più importante».
La vera svolta nella trattativa era arrivata però dalle Regioni che a partire da Emilia-Romagna e Lazio si sono impegnate alla «compartecipazione del 50% agli oneri del rinnovo», come sottolineato ieri dalla presidente dell’Aiop Barbara Cittadini.
«Avevamo già raggiunto l’intesa a giugno, questi mesi nei quali è stato negato ai lavoratori il diritto al contratto rappresentano una pagina non bella delle relazioni sindacali – dichiarano i segretari generali Serena Sorrentino (Fp Cgil), Maurizio Petriccioli (Cisl Fp) e Michelangelo Librandi (Uil Flp) – . Le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata hanno dato una straordinaria prova di dignità. Le ragioni che hanno determinato lo stallo della ratifica risiedono nell’atteggiamento di una parte del sistema di imprese che guarda al profitto più che al valore del lavoro delle persone e dei servizi di cura».