Davide Ferrario si è posto una domanda che non è retorica: «ma servono ancora i festival del cinema?». La risposta è che il Bergamo Film Meeting «continua a essere un festival particolare, assolutamente in sintonia, per carattere, con la città che lo ospita: serio, efficiente, pieno di idee e umile fin quasi all’autolesionismo.

Fortemente radicato tra la gente che affolla ogni proiezione ma proiettato da sempre in un’ottica internazionale. (…) Ha bisogno di essere difeso, coltivato e aiutato a crescere ancora». Il regista bergamasco, emigrato a Torino, che trentaquattro anni fa aveva contribuito alla nascita della manifestazione, con queste motivazioni ha accettato da poco di presiedere l’associazione Bergamo Film Meeting onlus. Ma è stato Angelo Signorelli, direttore artistico, affiancato da Chiara Boffelli e Fiammetta Girola, a illustrare l’edizione numero 34 (dal 5 al 13 marzo).

Come recita il materiale di presentazione: 143 film, 6 opere di video-arte, 3 anteprime, 3 mostre, 3 workshop, 3 proiezioni a Milano, 1 masterclass, 1 tavola rotonda, 1 fantamaratona, 2 sonorizzazioni dal vivo, 2 pubblicazioni, 9 strisce quotidiane a fumetti, e un sacco di altre cose. Domina il manifesto Anna Karina (in doppia immagine, sorridente con occhi bassi e con sguardo intenso), cui è dedicato un ricco omaggio e che sarà a Bergamo l’11 per uno degli incontri più attesi.

All’ungherese Miklós Jancsó è dedicata la retrospettiva, 7 titoli in concorso per il premio, 15 documentari (quest’anno con premio Cgil),un’appendice scandinava di 5 titoli, «Europe, Now!» un focus personale su tre registi, Shane Meadows, Jasmila Žbanić, Peter Zelenka, e Boys & Girls, una selezione dei migliori lavori delle scuole di cinema, animazione con Vladimir Leschiov e ancora molto altro. Curiosi di cinema, di jazz, di fumetto e di senso troveranno a Bergamo soddisfazione. a.c.