Allieva di Jannis Kounellis per cinque anni all’Accademia di belle arti di Düsseldorf, Maria Rigoutsou dedica proprio al suo maestro recentemente scomparso, la mostra dal titolo New Icons, che si è appena inaugurata a Napoli (galleria Pietro Renna Arte Contemporanea, fino al 28 luglio).
Nelle opere esposte, l’artista greca Rigoutsou propone come tematica principale quello dei migranti e della crisi economica, che ha colpito e continua a colpire il Sud Europa e la Grecia in modo particolarmente drammatico. La sua ispirazione, spesso, nasce dalle notizie, dall’attualità e da storie più o meno note, dal momento che oltre che pittrice, è anche giornalista, e da ventidue anni lavora alla radio pubblica tedesca Deutsche Welle. Sceglie le «sue» immagini sui giornali, su internet o tra le foto che scatta lei stessa, per poi rielaborarle. Opere, frutto di una particolare e sofisticata tecnica mista, che coniuga tela su legno, sfondi dorati, creati grazie all’utilizzo di sottili foglie d’oro, in omaggio alle icone bizantine. Il tutto per creare una continua metamorfosi di immagini stampate e interventi pittorici.
È così che è nata la sua Madonna, con la giovane madre siriana, riuscita a mettere in salvo la figlia, lontano dall’inferno dei bombardamenti. E anche Looking for paradise, con i «disperati del mare» che attendono i soccorsi su un gommone, a metà fra le spiagge libiche e quelle della Sicilia. O il blu mistico, totalizzante e profondo del mare, simbolo di speranza e disperazione allo stesso tempo, in The sea of the crisis.
Maria Rigoutsou è consapevole che «nella nostra società esista, sempre più, solo quello che vediamo, poiché l’immagine, specie televisiva, ha acquistato un carattere quasi sacro». E con le sue opere cerca di sollecita nuovi interrogativi nello spettatore. Anche nella speranza di contribuire a far diventare il rapporto tra artista e fruitore dell’opera, «meno elitario, il più aperto possibile, perché parlarsi addosso non può che allontanare gran parte delle persone dalle espressioni artistiche».
A Napoli, con la sua mostra ha tributato un vero e proprio omaggio a Jannis Kounellis. «Non smetterò mai di ringraziarlo – ha confidato – Fu lui ad avermi aperto generosamente la porta di un mondo che volevo conoscere, allo stesso tempo guidandomi nella comprendere di quanto pura e semplice potesse essere la comunicazione con un artista».
Sulla crisi che colpisce il suo paese di origine, Maria Rigoutsou prevede che superarla non sarà facile, anche perché la parte più conservatrice del centrodestra tedesco «non vuole abbandonare l’austerità, soprattutto prima delle elezioni del prossimo autunno». E lei, che vive a Colonia da oltre vent’anni, i tedeschi li conosce bene. Ma la giornalista, alla fine, lascia spazio alla pittrice, che continua a credere fermamente nell’importanza evocativa delle sue «icone», affidando al loro potere comunicativo la condivisione di emozioni e – in ultima analisi – anche la possibilità di nutrire la speranza.