Ancora una volta un giudice federale delle Hawaii, Derrick Watson, ha bloccato l’ultima versione del travelban di Trump, proprio poche ore prima della sua entrata in vigore.

Il bando questa volta, per evitare di essere bloccato per discriminazione religiosa, includeva anche Stati non a maggioranza musulmana e riguardava cittadini di Iran, Libia, Siria, Yemen, Somalia, Ciad e Corea del Nord, oltre ai funzionari governativi venezuelani.

Il giudice Watson, nominato da Obama, aveva già bloccato la prima versione del travelban nel marzo 2017. E stavolta ha affermato che la nuova versione del bando, discriminatoria sulla base della nazionalità, di fatto «è la continuazione della promessa di Donald Trump di escludere i musulmani dagli Usa».

Per la Casa bianca la decisione è «pericolosamente errata, queste restrizioni sono vitali per garantire che le nazioni straniere rispettino gli standard di sicurezza minimi per l’integrità del nostro sistema e la sicurezza della nostra nazione». Il Dipartimento di Stato ha dichiarato di voler ricorrere «velocemente» contro la sentenza.

Anche gli Stati di Washington, Massachusett, California, Oregon, New York e Maryland hanno intentato un’azione legale contro il bando e, poche ore dopo il collega hawaiano, si è opposto anche Theodore Chuang, giudice del Maryland.