Accanto alle sezioni ufficiali del festival si muovono altre iniziative. La Semaine de la critique seleziona un gruppo di documentari che catturano l’interesse del pubblico. E scalpore ha fatto la presentazione di Das Kongo Tribunal di Milo Rau. Artista svizzero polivalente Rau ha deciso di fare qualcosa contro l’indifferenza generale nei confronti di quel che è accaduto e ancora accade in Congo, dove 20 anni di guerra civile hanno provocato diversi milioni di morti.

Visto che non è mai stato ufficialmente costituito un tribunale che indagasse lo ha fatto lui. Raccogliendo testimonianze, facendo confluire nell’aula del tribunale esponenti del governo, dell’opposizione, avvocati, rappresentanti dei diritti dell’uomo e abitanti dei vari villaggi che hanno subito violenze e angherie. Il Congo è un paese dalle ricchezze incommensurabili, solo che le multinazionali che sfruttano i minerali, cacciano la gente dai villaggi, inquinano l’acqua, saccheggiano a mani basse godendo di protezione e impunità. E c’è un altro paese dove non esiste da parte dell’Onu la volontà politica di istituire una corte permanente o meglio ancora un tribunale internazionale: la Siria. Una guerra civile che devasta il paese da cinque anni e l’unica cosa che è stata fatta è stato istituire una Commissione d’inchiesta. Che vede tra i suoi componenti la svizzera Carla Del Ponte, già procuratrice capo all’Aja del tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia e anche del Rwanda.

E domenica a Locarno, intervenendo a uno dei dibattiti dal titolo Locarno Talks ha deciso di sbattere la porta perché di fronte a una tragedia devastante che sta distruggendo un paese e i suoi abitanti la commissione non ha alcun potere, quindi è sostanzialmente inutile anzi, dopo cinque anni la Del Ponte molla perché quell’iniziativa rischia di essere solo un alibi.

L’indignazione per quanto avviene in Siria è la stessa di quando operava per trovare verità e giustizia nella ex Jugoslavia, anche in Rwanda, seppure non con gli stessi risultati (proprio ieri Kagame è stato confermato presidente per la terza volta e fu lui a bloccare il Tribunale quando cominciò a indagare anche sui crimini commessi dalla sua componente). Testimone di racconti strazianti Carla Del Ponte ha la capacità di stemperare con aneddoti più leggeri come gli incontri con la Albright e i dossier su di lei confezionati dalla Cia o quello con l’ex premier Berlusconi.