Allontanate da San Marco, le grandi navi rimangono nel cuore di Venezia. I transatlantici arriveranno e partiranno dalla Marittima disegnando però un’altra rotta. A cambiare, infatti, è il percorso che compiranno nel solcare la laguna, grazie allo scavo del canale Contorta Sant’Angelo e il nuovo ingresso, alternativo a quello attuale del Lido, individuato nella bocca di porto di Malamocco. Un’operazione che ammonta a 130 milioni di soldi pubblici e la cui realizzazione è annunciata entro due anni.
Il sì definitivo è arrivato ieri, dopo un atteso (e più volte rinviato) tavolo a palazzo Chigi, dal presidente del consiglio Letta di concerto con i ministri dell’ambiente, dello sviluppo e della cultura. La buona notizia è che i giganti del mare non faranno più l’inchino a piazza San Marco. Ma non da subito. Il loro passaggio in Bacino e nel canale della Giudecca sarà interdetto dal primo gennaio per le navi superiori alle 40 mila tonnellate. Scartata l’iniziale ipotesi del ministro dell’ambiente Orlando, che proponeva il numero chiuso d’ingressi in laguna, il governo ha rispolverato il decreto Clini-Passera del marzo 2012 sullo stop alle navi superiori alle 40 mila tonnellate. Il che significa il 20% di toccate in meno in un anno. Il divieto è esteso anche ai traghetti che saranno trasferiti, sempre dal primo gennaio, a Fusina, contenendo così un altro 25% del traffico crocieristico davanti San Marco. Inoltre, dal primo novembre 2014, il divieto del transito in Bacino sarà esteso alle navi superiori alle 96 mila tonnellate. E qui il numero delle toccate in meno nell’arco di un anno è pari a circa 180.
Tuttavia, la battaglia contro il gigantismo è rimandata al prossimo aprile – fatto che ha certo giovato alle scelte tempestive del governo – visto che dal 23 novembre e fino appunto ad aprile il traffico crocieristico sarà comunque sospeso in laguna per la realizzazione dei lavori del Mose nella bocca di porto del Lido.
«Ottima giornata per Venezia», ha commentato a caldo il presidente del Porto, Paolo Costa, che ha visto approvare la sua proposta dello scavo del Canale Sant’Angelo. Soddisfatto anche il governatore leghista Zaia, arrivato per l’occasione a Roma. «Quel che è importante», ha invece commentato il sindaco Orsoni, che si è visto bocciare a bruciapelo la proposta di trasferire le navi a Marghera e di racimolare così anche qualche milione per le bonifiche, «è che oggi si è invertita la tendenza al gigantismo in laguna. Basta mega crociere a due passi da San Marco, si imporranno fin da subito limiti ben precisi sulle navi che potranno entrare a Venezia».
A storcere il naso sono invece i comitati ambientalisti e i No Grandi Navi che ritengono la soluzione dello scavo del nuovo canale Contorta Sant’Angelo «una follia». Una soluzione, azzardano, peggiore del problema. «Lo scavo di uno o più nuovi canali all’interno della laguna – commenta il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro, che nel frattempo ha inviato una lettera a Enrico Letta – ci fa rabbrividire». Mentre Luciano Mazzolin del comitato No Grandi Navi, rilancia: «Nel piano di assetto territoriale (Pat) approvato dal Comune l’anno scorso si dice che le navi devono andare fuori dalla laguna. Ma rimangono qui». Se poi quei 130 milioni per lo scavo del canale saranno tutti pubblici è ancora da definire. «All’operazione – lasciano trapelare dall’Autorità portuale – potrebbero partecipare alcune compagnie croceristiche interessate». Di certo di lavoro ce n’è per chi va a scavare.