«Le notti a bordo sono particolarmente difficili perché non abbiamo coperte a sufficienza, non riusciamo a dare a tutti una sistemazione adeguata». Nicole Grimske è il medico di bordo della Professor Albrecht Penck, la nave della ong tedesca Sea Eye che insieme alla Sea Watch si trova da giorni al largo di Malta. Tutte e due in attesa che l’Europa si metta finalmente d’accordo su come dividersi i 49 migranti che le due ong tedesche hanno tratto in salvo nel Mediterraneo.

Sulla Professor sono in 17, tra i quali una donna di 24 anni e due ragazzi non accompagnati di 17. La nave è più piccola rispetto alla Sea Watch 3, e per forza di cose gli spazi sono ridotti. Per questo i migranti sono stati divisi in un due gruppi che a turno, una notte per uno, dormono al caldo sottocoperta oppure in un container che si trova sul ponte. «Con una temperatura di dieci gradi e con il vento forte non è per niente facile rimanere sul ponte», prosegue Nicole in un video. «Non sappiamo quanto dureranno i viveri a bordo né quanto durerà tutto ciò. Per questo è necessario che ci venga assegnato un porto sicuro che possa accogliere queste persone».

Di porti disponibili per le due ong, però, per ora si parla e basta. Ieri un’apertura ufficiale è arrivata dal governo tedesco, a patto però che la Germania non sia l’unico Paese a farsi carico dei 49 migranti. Una chiamata all’ordine per tutti gli altri, ma soprattutto per l’Italia che con il vicepremier Luigi Di Maio venerdì si è detta disposta ad accogliere solo donne e bambini. «Noi non siamo un hotspot galleggiante, la nostra è una nave di soccorso. E’ necessario procedere allo sbarco immediato di tutti e 32 i migranti tratti in salvo», ha replicato ieri la Sea Watch.
Giunta al 15esimo giorno trascorso in mezzo al Mediterraneo, la ong non ha gradito la mezza offerta dal vicepremier grillino. Offerta che, per quanto se ne sa, sarebbe stata rifiutata prima di tutto dai 32 migranti che si trovano bordo, per niente contenti di vedere i nuclei familiari divisi senza avere nessuna certezza sul futuro di quanti rimarranno sulla nave. Ammesso poi che qualcosa debba succedere davvero, vista l’opposizione del ministro degli Interni Matteo Salvini allo sbarco anche solo dei soggetti più vulnerabili.

Dopo aver fatto venerdì la parte del poliziotto buono ieri Di Maio, anche per tranquillizzare l’alleato leghista, è tornato ad attaccare le ong rispolverando un vecchio sospetto, mai provato, di presunti contatti tra chi salva migranti in mare e i trafficanti di uomini. «Se una ong mi dice che non è disponibile a fare scendere donne e bambini, io dico che le ong non dispongono della vita delle persone e chiederemo attraverso il ministro Toninelli accertamenti per sapere dove queste ong abbiamo prelevato queste persone, se gliele ha portate qualche scafista o se hanno fatto un vero salvataggio», ha annunciato il vicepremier.

Anche Salvini va all’attacco. Il leader della Lega se la prende con la nave della Sea Eye.«Ha violato una delle più logiche ed elementari regole per il soccorso delle persone in mare», ha tuonato ieri. «Nonostante avesse ricevuto una indicazione ufficiale dalla guardia costiera di Tripoli, che stava per intervenire e quindi chiedeva alla ong di restare ferma, aveva deciso di disobbedire, caricare a bordo gli immigrati e fuggire». Una ricostruzione contestata dall’equipaggio della Professor, che ricorda come il governo tedesco abbia riconosciuto come la ong abbia agito «nel rispetto della legge».