«Per rispondere ad un attacco simbolico e politico si può solo dispiegare la nostra forza, non in difesa, in attacco». «Bisogna tornare in piazza, è l’unica cosa che capiscono». «Facciamo una lotta che sia anche una festa per riaffermare la libertà delle donne sui loro corpi, perché è quella che è sotto attacco». Tante le voci dell’assemblea cittadina che ieri sera si è riunita alla Casa internazionale delle Donne, attaccata sabato scorso da un blitz di Forza Nuova con uno striscione e dei manifestini contro la legge 194 individuata come «responsabile del crollo demografico» dell’italica progenie. La sala grande delle conferenze era stracolma, le partecipanti sono strabordate nella stanza attigua dove veniva allestita una mostra e ancora alle otto e mezza della sera c’erano ragazze che entravano.

IL BLITZ DI FORZA NUOVA è stato rivendicato con un comunicato come una risposta alla fulminea – e vittoriosa – campagna iniziata dall’associazione Vita di Donna per la rimozione di un gigantesco cartellone, con un feto altrettanto enorme, apparso la settimana scorsa su un muro di via Gregorio VII, a due passi dal Vaticano, a frma dell’associazione ProVita. Ed è toccato alla presidente di Vita di Donna, la ginecologa Elisabetta Canitano dare il là al dibattito. Lei da sempre in prima fila nella difesa della 194 e della salute riproduttiva e non solo delle donne « proprio per questa sua visibilità è stata individuata come bersaglio», l’ha presentata la presidente della Casa Francesca Koch. Durante il blitz di sabato era in effetti aperto anche lo sportello di consulenza medica di Vita di Donna, uno dei servizi che la Casa offre alle donne. Era anche in corso la presentazione dei lavori finali di un laboratorio didattico sulla strage nazifascista delle donne a ponte di ferro nel luglio del 1944, come hanno sottolineato le donne dell’Anpi romano. E in effetti il clima di sdoganamento dell’estrema destra deve aver giocato se un attacco fascista , come ha ricordato Graziella, una delle prime occupanti, «non è mai avvenuto alla Casa dal ’71 all’altro giorno».

ATTESTATI DI SOLIDARIETÀ immediati ce ne sono stati tanti, non solo da tutte le altre realtà del movimento femminista romano, da Laura Boldrini e anche dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che pure Canitano non risparmia dalle critiche per i lauti finanziamenti alla sanità cattolica anche per quanto riguarda la ricerca e la diagnostica prenatale, a detrimento dei diritti garantiti dalla 194 per quanto riguarda l’aborto terapeutico oltre i 90 giorni quando la salute della donna sia a rischio o il feto presenti gravi malformazioni, incompatibili con la vita.

SILENZIO RUMOROSO, invece, quello del Campidoglio. La sindaca Virginia Raggi del resto finora si è sempre negata a un confronto con le donne della Casa internazionale che proprio la sua amministrazione ha messo sotto sfratto, dopo che la precedente giunta guidata da Ignazio Marino aveva invece concordato un azzeramento dell’ingente debito di affitti arretrati, comprensivo dei 15 anni in cui gli spazi in via della Lungara erano ancora occupati dalle femministe, cioè ben prima dei restauri realizzati con i fondi del Giubileo dall’allora sindaco Rutelli.

L’ASSEMBLEA di ieri sera ha deciso oltre che di lanciare un nuovo appello in difesa della Casa internazionale delle donne quale presidio laico, aperto, democratico delle donne, anche di organizzare per stamattina davanti al Senato un presidio di contestazione di una iniziativa della Lega contro la pillola abortiva Ru486. E di rinviare a un ulteriore appuntamento assembleare, domani alle 18 nello spazio di Communia a San Lorenzo, il calendario delle iniziative, incluso una manifestazione nazionale, per il quarantennale della legge 194 che cade il prossimo 22 maggio. «Bisogna essere consapevoli della nostra forza, perché anche se questa non è una stagione di conquista di diritti come gli anni Settanta – ha detto Serena di Non Una di Meno – le donne nel mondo si sono rimesse in moto ed è proprio perciò che avvengono aggressioni come questa di Forza Nuova».