I fanatici di casa nostra non perdono tempo. Il loro discorso è deprimente ma bisognerà farci i conti come non è mai accaduto prima. Le nuove destre lepenizzate, dalla Lega di Salvini fino alle schiere di liberali ipocriti che adesso filosofeggiano sui “nostri valori” e sulla libertà di espressione, hanno già trovato il loro obiettivo sensibile: le moschee.

 

A Milano, dove Palazzo Marino ha pubblicato un bando per l’assegnazione di tre luoghi di culto in aree pubbliche già individuate, oggi i leghisti si faranno vedere da quelle parti con le riproduzioni di alcune vignette di Charlie Hebdo. Il segretario provinciale della Lega, Igor Iezzi, la pensa così: “l’Islam uccide la libertà e le forze democratiche devono impedire che questo avvenga nella nostra città”. I milanesi sono avvisati: presto in tre quartieri sorgeranno comitati poco spontanei.

 

La faccenda della moschea però è destinata a complicarsi anche perché il bando per l’assegnazione delle aree è stato duramente contestato anche dal Caim (Coordinamento associazioni islamiche milanesi). Troppi vincoli e troppo discriminatori, ha protestato il rappresentante Davide Piccardo. Ma è evidente che, dopo i fatti Parigi, Palazzo Marino oggi può permettersi di tenere la barra dritta senza esitare. Lo ha ribadito l’assessore Pierfrancesco Majorino sul Corriere della Sera: “Il bando non va modificato. Anzi. Tutte le richieste di controllo sono più che mai attuali. Chiedo ai musulmani collaborazione e disponibilità di apertura. Hanno solo da guadagnare: siano loro i primi a rendere trasparenti i progetti”.

 

Il tema moschee ormai è destinato a segnare il clima politico di altre città per i prossimi mesi. Come sta succedendo a Firenze, per esempio, dove ieri il sindaco Dario Nardella ha assicurato che il dialogo con la comunità musulmana per costruire una moschea è ben avviato, anche se “ho già detto che devono essere prima di tutto le comunità musulmane a dare una mano alle istituzioni ed estirpare le frange violente”. Un auspicio che non esaurisce il “dibattito”, visto che Forza Italia minaccia una manifestazione per indire un referendum contro la moschea.

 

Su questo terreno gli antirazzisti – perché di questo si tratta – dovranno cercare di non giocare come al solito in difesa. Va in questa direzione la convocazione spontanea della manifestazione che si tiene oggi a Milano, alle 15,30 in piazza Duomo. Insieme ad Acli, Arci, Fiom, Anpi e alla sinistra in tutte le sue declinazioni, partecipa anche una parte della comunità islamica, quella che sempre finisce nel mirino delle farneticazioni securitarie. “Saremo in piazza per prendere le distanze dagli attentati terroristici di Parigi e manifestare la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime”, ha detto Abdel Hamid Shaari, fondatore dell’Istituto islamico di viale Jenner, poco prima della preghiera del venerdì al Palasharp.

 

L’idea della manifestazione è venuta ad Emergency, perché oltre alla solidarietà c’è urgenza dire altro: “E’ il momento di stare insieme, di far sentire la voce di tutti quelli, e sono tanti, che di fronte alla morte e alla violenza rispondono con il dialogo, la solidarietà e la pratica dei diritti. Tutti quelli che non fanno distinzione tra le vittime di Utoya e Peshawar, di Baghdad e di Parigi, nel Mediterraneo e a New York. Tutti quelli che credono che diritti, democrazia e libertà siano l’unico antidoto alla guerra, alla violenza e al terrore. Dove l’odio divide, i diritti possono unire”.