Una multa salata anziché un processo penale, per chi guida senza patente e per i soggetti autorizzati alla coltivazione della cannabis a scopo scientifico e farmaceutico che violano le regole sottoscritte.

C’è poca sostanza, nei due decreti legislativi sulle depenalizzazioni approvati ieri dal Cdm, per contribuire davvero all’alleggerimento del sovraffollamento carcerario e dell’enorme mole di processi pendenti che bloccano il sistema giudiziario italiano. Però, spiega il Guardasigilli Orlando, «la depenalizzazione di alcuni reati diminuirà i fascicoli e soprattutto renderà più certa la sanzione e darà dunque più forza alla prevenzione, perché tra prescrizioni, mancati pagamenti di sanzioni e farraginosità processuali spesso troviamo alla fine del percorso più l’impunità che la certezza».

Il primo decreto, che riprende le proposte della commissione ministeriale del 2014 presieduta da Francesco Palazzo, si articola in interventi sia sul codice penale che sulle leggi speciali e, spiegano i tecnici di via Arenula, depenalizza tutti i reati per i quali è prevista la sola multa o ammenda contemplati al di fuori del codice penale e una serie di reati presenti invece nel codice penale, esclusi quelli che riguardano salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambiente territorio e paesaggio, sicurezza pubblica, giochi d’azzardo e scommesse, armi, elezioni e finanziamento ai partiti.

Il secondo decreto abroga alcuni reati e li trasforma in illecito civile, lasciando alla persona offesa la possibilità di ricorrere al giudice civile per il risanamento del danno. Il magistrato, accordato l’indennizzo, per alcuni illeciti stabilirà anche una sanzione pecuniaria che sarà incassata dall’erario dello Stato.