Un’unica bandiera con l’immagine della Corea unita in blu, su sfondo bianco: sarà sotto questo vessillo che sfileranno gli atleti tanto del Nord quanto del Sud della penisola alla cerimonia di inaugurazione dei prossimi giochi invernali a Pyeongchang. Un evento già accaduto alle olimpiadi a Tokyo nel 2006, cui si aggiunge una «prima volta» in assoluto, perché a queste olimpiadi ci sarà anche una squadra congiunta, quella femminile di hockey su ghiaccio.

SI TRATTA DELLE NOVITÀ più rilevanti giunte ieri dai delegati di Seul e di Pyongyang che al villaggio di confine di Panmunjom si sono ritrovati per il terzo round di colloqui sulla partecipazione del Nord alle Olimpiadi invernali in programma dal 9 al 25 febbraio.

Segnali provvisori e tutti da verificare, ma che indicano un riavvicinamento importante tra i due paesi. Chi evidentemente patisce questa de-escalation è il solito Trump: ieri infatti il comando dell’Us Pacific Air Force ha reso noto che sei bombardieri B-52 e 300 uomini di personale supplementare sono stati assegnati alla base Usa di Guam, dove Washington schiera da tempo già sei bombardieri strategici supersonici B-1 e tre bombardieri transonici B-2 a ridotta segnatura radar.

SECONDO GLI USA questa mossa sarebbe «un segno di responsabilità verso i paesi alleati dell’area». Secondo gli analisti militari, in realtà, questa scelta non sarebbe diretta solo contro il programma missilistico e nucleare della Corea del Nord, ma sarebbe soprattutto un avviso rivolto alla Cina. La scorsa domenica – tra l’altro – la nave anfibia «Wasp», lunga 250 metri e con un dislocamento a pieno carico di oltre 40mila tonnellate – capace di imbarcare un equipaggio di 1.100 persone e fino a 1.600 marines, aveva già raggiunto le coste sud occidentali del Giappone, nella prefettura di Nagasaki.

A CONFERMARE come gli scettici, per interessi diversi, di fronte a questa attuale vicinanza tra Nord e Sud siano soprattutto Stati uniti e Giappone, è arrivato anche il commento del ministro degli Esteri nipponico Taro Kono; il funzionario giapponese ha avvertito che le aperture nordcoreane sono «soltanto un modo per il Nord di guadagnar tempo e continuare i propri programmi missilistico e nucleare».

NELL’ATTESA di capire come si comporterà Pyongyang – ieri è girata la voce di una potenziale parata militare proprio poco prima delle Olimpiadi – la riapertura del dialogo ha riportato un minimo di serenità nella penisola. Ieri la delegazione della Corea del Nord ha fatto inoltre sapere che invierà una squadra di 230 cheerleader a Pyeongchang (e già a Seul i media locali parlano di «charme offensive» da parte di Pyongyang) e una squadra di taekwondo a scopo dimostrativo composta di trenta atleti.

SI È RISOLTO anche un nodo territoriale-diplomatico riguardo il modo con il quale la delegazione nord coreana arriverà al Sud nell’area dove si svolgeranno le Olimpiadi invernali: lo farà via terra, attraversando l’area industriale di Kaesong, poco a Nord del trentottesimo parallelo, sul versante nord coreano. Sarà così evitato il passaggio via mare, vietato dalle sanzioni multilaterali a cui è soggetta Pyongyang.

La delegazione della Corea del Nord, infine, ha dato la propria disponibilità a inviare una delegazione in occasione dei prossimi Giochi Paralimpici, che si terranno dal 9 al 18 marzo prossimo: si tratta di un altro risultato diplomatico-sportivo storico, perché sarà la prima volta in assoluto di un’apparizione nordcoreana alle Paralimpiadi.