L’intera produzione artistica di Ligabue, canzoni,film, libri, vanno a finire sempre lì: a parlare di quello che ha vissuto e desidera vivere. In questa prospettiva, l’osservazione del suo passato è da sempre una spinta verso il futuro. Se è permesso azzardare il paragone, il suo attaccamento al quotidiano somiglia a quello di un poeta. Per giunta nato, come il cantautore di Correggio, in quella grande zanzariera padana tanto cara a Bruno Barilli, ahilui oggi misconosciuto scrittore e musicologo. Ciò tanto per tenere legate temi e passioni comuni che si estendono nel tempo e in una terra così musicale e letteraria. Ecco, l’azzardo scelto: l’angolo preferito di casa Ligabue non è «la camera da letto» cantata da Attilio Bertolucci, ma un palco da concerto. Qui, è la differenza che si respira nel libro conversazione con Massimo Cotti, celebrativo dei suoi 30 anni di attività, condotta a perdifiato come la corsa di Dazeroadieci, su e giù per le strade dello spettacolo e le lettere nazionali. Zeppo di aneddoti, di fotografie e di una corposa appendice – regesto di tutte le canzoni, questo libro è soprattutto la narrazione della più grande passione di Ligabue che, al di là dei film e della scrittura, è la musica: il suonare per il suo pubblico.