Le cinque giornate di Firenze della sinistra europea non sono uno sgarbo a Matteo Renzi, ex sindaco che qui continua ad avere un seguito di massa, avendo saputo polarizzare consensi e dissensi nella elementare, popolarissima e per lui funzionale logica binaria – mi piace/non mi piace – utilizzata in seguito anche per diventare il primo cittadino d’Italia. Piuttosto il presidente del consiglio dovrebbe sentirsi un po’ lusingato dal doppio appuntamento che da domenica a giovedì riunisce nel capoluogo toscano “i leader della sinistra italiana ed europea”, così come inevitabilmente annunciano le agenzie visti i nomi di Alexis Tsipras e Gabi Zimmer, Nichi Vendola e Paolo Ferrero, Maurizio Landini e Sergio Cofferati. Oltre che degli europarlamentari italiani dell’Altra Europa, Barbara Spinelli, Eleonora Forenza e Curzio Maltese, in arrivo nel capoluogo toscano insieme ai loro 50 colleghi del Gue/Ngl di Strasburgo, e ad economisti, studiosi e intellettuali (Brancaccio, Tricarico, Pianta, Settis, Gianni, Bertinotti, Rangeri, Revelli, Petrini, Prosperi, Rivera, Sarasini, Freccero), ben conosciuti anche dai lettori del manifesto.

“L’idea di organizzare queste iniziative è nata all’estero – racconta Roberto Morea di Transform ! – su una precisa chiave di lettura: cercare di capire le trasformazioni di quello che, al di là delle Alpi, è considerato uno storico partito della sinistra. Ma che da ‘partito dei lavoratori’ sta diventando ‘partito contro i lavoratori’”. Nell’archivio di Transform !, fondazione del partito della Sinistra europea, abbondano gli studi e le analisi su altri macro-fenomeni politici che si sono affermati partendo dall’alveo del socialismo europeo, dal new labour di Tony Blair alla socialdemocrazia tecnocratica di Gerhard Schroeder. “Ora questa riflessione va ampliata al ‘renzismo’ – aggiunge Morea – per capire come si inserisce nel quadro europeo, e quali sono le sue relazioni con le nuove forme che stanno assumendo i partiti socialdemocratici nei paesi Ue”.

Gli effetti dirompenti di questo cambio di paradigma, tali da portare secondo Transform ! (e non solo, ndr) alla logica delle “grandi coalizioni” nominali o di fatto, basate su una agenda neoliberista e sul dogma dell’austerità, sono al centro sia delle due giorni della fondazione (domenica e lunedì a Santa Apollonia in via San Gallo 25a), che della tre giorni del Gue/Ngl (da martedì a giovedì al Palaffari in piazza Adua). Appuntamenti pubblici: “Perché tutta l’Italia che ragiona su come costruire l’alternativa al ‘renzismo’ – tira le somme Massimo Torelli dell’Altra Europa con Tsipras – si ritrova in queste due iniziative. Ed è la prima volta dopo il voto europeo, in una città dove la lista Tsipras ha toccato l’8,9%, la percentuale più alta in un capoluogo regionale”.

Per giunta, come ricorda Tommaso Fattori che in quei giorni c’era, prima di essere renziana la Leopolda era stata dell’altra Europa, con migliaia di giovani che nel novembre 2002 la affollavano. Per parlare, ad esempio, con Hector Mondragòn della sovranità alimentare sotto attacco delle multinazionali ogm. “Oggi quei ragazzi e quelle ragazze sono europarlamentari del Gue. E’ un po’ come una riunione di famiglia, la famiglia della sinistra europea che sta crescendo in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, grazie a partiti e movimenti che pochi anni fa non esistevano. Ora la promessa è che la sinistra italiana faccia lo stesso percorso, unendo quello che la crisi e il neoliberismo hanno diviso. Perché nel voto a sinistra di Renzi c’è poco, ma nella società c’è molto”. Una realtà ben presente agli occhi diArgiris Panagopoulos, de l’Altra Europa con Tsipras ma anche dirigente di Syriza: “Perché abbiamo avuto successo? Perché in una realtà di lotte sociali e politiche, come quelle che ci sono oggi in Italia, abbiamo saputo parlare alle persone con il loro linguaggio, ascoltandole e poi facendo proposte per cercare di risolvere i loro problemi. Allargando lo sguardo verso chi non votava, chi votava partiti populisti, e anche chi votava a destra. Perché Syriza, e i greci lo hanno capito, vuole governare il paese”.