Saranno i La Rua, uno dei tanti figli dei talent – una realtà a cui la discografia ha dovuto confrontarsi per sopravvivere alla rivoluzione digitale della musica – a calcare per primi il palco del concerto romano del Primo maggio. Dal 1990 il raduno della Festa del lavoro che richiama centinaia di migliaia di spettatori nella piazza antistante la basilica di San Giovanni, promosso da Cgil, Cisl e Uil, ha quest’anno per titolo «Lavoro, diritti, Stato sociale. La nostra Europa». Prodotto e organizzato da iCompany, sotto la direzione artistica di Massimo Bonelli, vede la presenza di un cast italiano – con la sola eccezione dell’ex Oasis Noel Gallagher – composto fra gli altri da Fulminacci, Eman, Lemandorle, Izi, La Rappresentante di Lista, Eugenio in Via di Gioia, Colapescem, i Fast Animals and Slow Kids, La Municipal, Pinguini Tattici Nucleari, Coma Cose, Canova, Rancore, Ex Otago, Anastasio, Zen Circus, Ghemon, Omar Pedrini, Noel Gallagher, Carl Brave, Manuel Agnelli, Daniele Silvestri, Achille Lauro, Gazzelle, Subsonica, Ghali, Motta, Negrita e gli Orchestraccia. Uno specchio delle nuove tendenze pop italiane ma virato al maschile, vista la quasi totale ‘assenza di artiste donne nel cast – se si eccettuano Ylenia Lucisano, Valentina Parisse e Margherita Zanin (ma che escono dal contest giovani) – se non all’interno di alcune formazioni (Coma Cose, Rappresentante di Lista) – e che ha scatenato le polemiche.

POLEMICHE che hanno provocato una sorta di contro «evento» allestito sul palco del centro sociale capitolino Angelo Maj, dove parteciperanno Angela Baraldi e Diana Tejera – da cui è partita la protesta – a cui si sono aggiunte altre colleghe come Nathalie con la presentazione, interamente femminile, affidata a Luisa Merloni, Liliana Donna Fiorelli e Sylvia De Fanti, Maria Pia De Vito che hanno voluto sottolineare in un comunicato: «La nota stonata della quasi totale assenza di donne. In quella passerella tv, parità di genere e giustizia sociale, sono di secondo piano».

ALLE PROTESTE ha risposto il direttore artistico Massimo Bonelli: «Nella lista dei primi nomi c’erano una dozzina di artiste donne, alcune molto note. Abbiamo contattato le loro agenzie avanzando proposte logistiche, ma non siamo riusciti a convincerle». Più decisa la risposta di Ambra – insieme a Lodo Guenzi per il secondo anno alla conduzione della kermesse: «Contare le donne nella lista di un concerto mi sembra davvero assurdo – sottolinea in conferenza – e dare al mondo della musica la sensazione che pur di realizzare il 50 e 50 ci si può infilare dentro chiunque, è davvero il colmo». Aggiungendo: «Se vogliamo parlare di donne, parliamo della parità salariale, delle difficoltà di fare un figlio e mantenere il proprio posto: queste mi sembrano questioni serie. E del resto ci sono dei numeri che parlano: su mille giovani artisti iscritti al contest del Primo maggio si sono presentate 90 donne, più del 90 per cento sono uomini, questa è la fotografia della realtà. Ma è una realtà che c’era prima, il Primo maggio è l’ultimo anello di una catena produttiva, non è certo responsabile di quello che purtroppo ancora non succede nella discografia».

Gli organizzatori hanno annunciato la presenza di Ilaria Cucchi sul palco del Concertone di Roma. E anche quella di Mara Venier che interagirà con Ambra. Inizio concerto alle 13.30 mentre la diretta su Rai3 e su Rai Radio2 dalle 15 a mezzanotte