Ultimi due giorni per vedere un lavoro particolarmente interessante di Emma Dante. Al teatrino Eleonora Duse (via Vittoria 6, stasera alle 21 domani alle 18) è possibile assistere alla messinscena delle di Euripide (prenotazione obbligatoria al 3341835543). È forse il testo più misterico di tutte le tragedie greche, che è ora materia del saggio di diploma degli allievi attori dell’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico (gli stessi che hanno lavorato a Spoleto con Bob Wilson su Hamletmaschine di Heiner Müller). Ma grazie a Emma Dante è divenuto un vero spettacolo, inserito e coerente nel suo percorso artistico. Forse collegabile al suo ultimo «ufficiale» Bestie di scena.

 

 

 

 

Se quelle Bestie potevano mostrare lo smarrimento e il percorso di nuda fisicità in direzione della comunicazione teatrale, in queste Baccanti i personaggi sono ben padroni della propria corporeità. Lo sono tanto da poterla corrompere, sacrificandola, o investendola, nel dio più contraddittorio e godereccio (e forse «ateo») che ci sia, quel Dioniso dai natali incerti tra il divino e l’umano, che con furia semina il disordine e la rivolta (dei sensi ma non solo) rispetto all’ordine costituito delle città greche.

 

 

Con molto rispetto per il testo, i suoi ritmi e la sua scansione nella bella e classica traduzione di Edoardo Sanguineti, Emma Dante e i suoi allievi rendono visibile e fascinoso l’iniziatico scatenamento delle Menadi. L’occhio femminile della regia non ha pietà né indugi per le tentazioni di Cadmo e Tiresia, come per la rigidità fasulla e presuntuosa del re Penteo. Per una volta intravediamo che quelle donne potranno creare forse davvero un diverso ordine del mondo, pur pagando prezzi durissimi (come anche l’uccisione del figlio, curioso ma renitente). Una prospettiva paradossalmente «possibile», che le esplosioni rock e pop rendono di realistica visionarietà.