Incuranti della pioggia e del freddo un centinaio di persone ha occupato ieri mattina il piazzale davanti alla giunta regionale del Lazio, nel quartiere di Garbatella. Il presidio è l’ennesimo passo di un lungo cammino di lotta, quella in difesa dei consultori, che negli ultimi mesi ha subito un’accelerazione. La regione si è mostrata aperta al dialogo. La scorsa settimana ha avuto luogo un tavolo preliminare a cui hanno partecipato le assemblee delle donne dei consultori di 3 diverse direzioni Asl, (quelle di Roma sud, del Tufello e dei Castelli). Durante l’incontro sono stati esposti, in presenza del capo della segreteria dell’Assessorato alla Salute e delle consigliere D’Elia, Mattia e Bonafoni, le gravi lacune di cui i presidi per la salute della donna soffrono da anni.

LA CARENZA DI PERSONALE, gli orari di accesso ridotti, l’assenza di programmi di prevenzione e di progetti che coinvolgano le più giovani. Queste e molte altre le criticità emerse, oltre alle sempre più frequenti chiusure di ambulatori per riaccorpamenti territoriali che depotenziano il servizio. «Il conflitto non ci spaventa» dice la consigliera Bonafoni presente ieri in piazza «anzi, è importante che ci sia una pressione dal basso che spinge verso un avanzamento. Abbiamo convocato un tavolo ufficiale con le donne il 14 febbraio, e già lunedi prossimo, il 4, abbiamo chiamato a discutere i dirigenti Asl del Lazio mettendo all’ordine del giorne la questione consultori».

VARIEGATI GLI INTERVENTI che si sono susseguiti ai microfoni del presidio, alternati a momenti ritmati di tamburi e danze creati dalla Murgia, collettivo di musica popolare che spesso accompagna le azioni di protesta. «La regione deve decidere di affidare le donne alla sanità laica, attualmente invece la sanità religiosa governa quasi tutta l’ostetricia. Il Gemelli è sovrafinanziato, aprirà a breve il pronto soccorso campus biomedico, che è dell’Opus Dei e che licenzia i divorziati» afferma Elisabetta Canitano, ginecologa e attivista.

I DELEGATI ISTITUZIONALI presenti al presidio hanno ribadito la disponibilità ad accogliere le istanze ma tra gli interventi delle manifestanti ha prevalso lo scetticismo. «Non è la prima volta che facciamo tavoli con la regione, le buone intenzioni non bastano, soprattutto quando si è in periodo di campagna elettorale, siamo pronte a monitorare passo passo gli sviluppi della situazione, e a mobilitarci nuovamente, come consultori e dentro la rete Non Una di Meno in vista dello sciopero femminista globale dell’8 Marzo» ribatte al microfono Gabriella dell’assemblea delle donne di Resede. Tra le richieste, l’apertura di un consultorio dentro l’università La Sapienza.

«COME STUDENTESSE abbiamo inziato un percorso di sensibilizzazione e consapevolezza su temi di sessualità e salute, da una prospettiva femminista e queer. Abbiamo iniziato a fare dei seminari dentro l’università e lanciato una campagna per la contraccezione libera e gratuita. Il prossimo passo è un consultorio alla Sapienza, con un’assemblea di studentesse al suo interno, un modo di intrecciare salute e formazione e di avvicinare le più giovani all’esperienza dei consultori visto che spesso nemmeno sanno che esistono» raccontano le ragazze della Sapienza presenti in piazza.