Il sindaco Gianni Anselmi parla di “clamoroso equivoco”. Certo è che il commissario straordinario della ex Lucchini, Piero Nardi, ha bocciato la proposta della società tunisina Smc di una trattativa in esclusiva per l’acquisto degli stabilimenti di Piombino e di Lecco. L’offerta araba era l’unica a garantire, chiedendo di tenere acceso l’altoforno, il mantenimento dell’area a caldo. Senza la quale circa la metà degli attuali 2.400 lavoratori delle Acciaierie, insieme a un consistente indotto, non avrebbero altra strada se non quella della cassa integrazione (per chi ce l’ha), con prospettive tanto indefinite quanto preoccupanti.

Di qui la durissima presa di posizione operaia: “Quella di Nardi è una provocazione – replica Luciano Gabrielli della Fiom – questa occasione non può essere affossata dalla lobby dell’acciaio. Deve intervenire il governo. E tutti devono sapere che chi spegne l’altoforno se ne assume la responsabilità”. Per lunedì mattina è stato fissato un consiglio di fabbrica, che darà il via libera alla proposta della Rsu di uno sciopero a tempo indeterminato, già a partire dal pomeriggio. Con l’unica eccezione degli addetti all’altoforno, e dei reparti delle acciaierie strettamente collegati.

Dalla Rsu dello stabilimento e dal sindaco Anselmi arriva anche la richiesta di un incontro urgente con i rappresentanti del governo Renzi al ministero dello sviluppo economico. Dunque con la nuova responsabile del Mise, la confindustriale (e berlusconiana) Federica Guidi, e con il riconfermato sottosegretario Claudio De Vincenti, che ha già seguito il dossier Lucchini nell’ultimo anno e mezzo. Anche la neo sottosegretaria all’ambiente Silvia Velo, originaria della Val di Cornia, ha chiesto un tavolo negoziale. Con la convocazione, va da sé, del commissario Nardi, che ha giudicato “irricevibile” la manifestazione di interesse di Smc per la mancanza di adeguate garanzie finanziarie.

Nel dettaglio, Nardi spiega che la proposta di Smc prevedeva un simbolico corrispettivo di acquisto pari a un euro; assicurava una “comfort letter” bancaria da 300 milioni che attestasse la capacità finanziaria di Smc, ma al tempo stesso richiedeva 200 milioni a Lucchini e Lucchini servizi “all’atto dell’accettazione dell’offerta vincolante”, più altri 100 milioni per il pagamento delle 73 prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale. Nardi ricorda infine che la società araba potrà comunque presentare un’offerta, non vincolante, entro il 10 marzo, “nel rispetto del disciplinare di gara”.

La doccia gelata sulle speranze di un intero comprensorio è ben riassunta dal commento del sindaco: “Col commissario c’era in ogni caso un accordo che la bozza sarebbe stata discussa – ricorda Anselmi – Nardi non può spingere la sua funzione notarile fino ad annientare la continuità produttiva. Su questo aspetto ricordo comunque che la pregiudiziale non è di Smc ma del sottosegretario Claudio De Vincenti, visto che c’è l’impegno del governo a tenere l’altoforno acceso finché non ci sarà un acquirente per la Lucchini”.

Nei giorni scorsi l’imprenditore di origine giordana Khaled al Habahbeh, presidente di Smc, con il suo vice Ali Ghammagui aveva incontrato a Piombino il commissario Nardi e Anselmi. In conferenza stampa Khaled al Habahbeh aveva annunciato il protocollo d’intesa, confermando che i preliminari della trattativa avevano rafforzato la convinzione all’acquisto della Lucchini, in un progetto di investimento da 1,5 miliardi per realizzare uno o due forni elettrici, e un impianto Corex di nuova generazione che in futuro sostituirebbe l’altoforno attuale. Il piano prevederebbe anche la necessaria bonifica dell’area attuale delle Acciaierie, con la previsione di ulteriori investimenti alberghieri, residenziali e turistico-ricettivi.