In Argentina, l’organizzazione Abuelas de la Plaza de Mayo ha comunicato di aver ritrovato la nipote numero 117. Si cercano ancora oltre 300 bambini, sottratti dai repressori durante il regime militare, che ha insanguinato il paese tra il 1976 e il 1983. I genitori, militanti di sinistra, venivano torturati uccisi e il bambino veniva dato ad altri: di solito, a famiglie di militari o loro complici.

E’ successo così alla figlia di Walter Dominguez e Gladys Castro, militanti del partito Comunista marxista-leninista dell’Argentina. Quando i due militanti vennero arrestati nella città di Mendoza, nel 1977, Castro era incinta di sei mesi e, in prigione, ha dato alla luce una bambina nel 1978. Il Dna ha ora confermato che una donna, ritrovata grazie alla tenacia delle Abuelas, è la figlia di Dominguez e Castro.

La famiglia ha iniziato subito la ricerca della nipote e dei suoi genitori, due degli oltre 30.000 scomparsi in Argentina. Nel corso degli anni, ha inutilmente bussato a tutte le porte: all’arcivescovado, al comando IV Brigata aerea, al Side. Finché, dopo essere venuta a conoscenza che esistevano altri casi come il suo, la nonna Maria Assof si è recata per la prima volta a Buenos Aires per contattare le Abuelas e ha iniziato la ricerca del nipote (o della nipote).

Nel 1994, il Movimento ecumenico per i diritti umani di Mendoza ha inviato alle Abuelas una denuncia anonima in merito a una giovane, nata nel marzo del ’78 e improvvisamente comparsa presso una coppia di anziani. La ragazza ha sempre saputo di non essere la vera figlia dell’anziana coppia, ma non ha mai preso contatto con le Abuelas. Solo di recente, dopo essere stata contattata dalla Commissione nazionale per il diritto all’identità (Conadi), ha accettato di sottoporsi all’esame del Dna, consentendo ai suoi veri famigliari di poterla abbracciare dopo 37 anni.